“E’ un appello alla ragione”, afferma il capo della gilda dei roofer Stefan Pietschmann. Il “folle aumento dei prezzi” significava che i tetti non potevano più essere finanziati. Ha quindi chiesto la riduzione degli alti salari e delle tasse sul reddito, l’abolizione della tassa sulla CO² e la messa in servizio di tutte le centrali al fine di ottenere prezzi dell’energia accessibili.
Gli imponenti aiuti di stato tedeschi non bastano per placare la rabbia dei cittadini per gli aumenti. Gli artigiani dell’Alta Lusazia e dell’area di Dresda hanno sfogato la loro rabbia venerdì al Neumarkt di Dresda. Chiedono con forza che lo stato e il governo federale adottino contromisure risolute in relazione all’aumento dei prezzi del gas e dell’energia.
Anche nella zona di Zittau gli imprenditori hanno manifestato contro l’aumento dei prezzi dell’energia. Con una parata di auto e camion, hanno formato una colonna lunga un chilometro sulle autostrade federali 96 e 178. Secondo la polizia, la parata comprendeva quasi 700 veicoli.
Anche prima della guerra di aggressione russa in Ucraina, i prezzi delle materie prime erano così alti che non era più possibile fare offerte prevedibili e i clienti non potevano più permettersi i prezzi. Un listello del tetto, dice il maestro conciatetti Tino Krupper, che ha presieduto la riunione, è costato cinque volte tanto a gennaio. Cinque relatori di diverse corporazioni hanno descritto la paura esistenziale che li guida in vista dell’esplosione dei costi energetici. L’artigianato è un pilastro della società, assicura posti di lavoro, finanzia anche la cultura e lo sport e garantisce così prosperità e pace sociale.
Secondo gli organizzatori, l’esistenza di aziende con un fabbisogno energetico elevato, in particolare, come le imprese di artigianato alimentare, si vedrebbe gravemente minacciata.
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