Considerare il sangue dei non vaccinati come raro, come quello zero negativo, siamo sotto la soglia del 15%, per aggirare la burocrazia sulle trasfusioni e avere quelle dedicate. L’intuizione dell’avv. Cinquemani

“Il sangue raro è attualmente considerato il gruppo 0 Rh negativo ed è il più raro in assoluto, poiché si stima che questo tipo di sangue sia presente solo nel 15% della popolazione mondiale”, spiega l’avvocato Francesco Cinquemani, che aggiunge che il sangue dei non vaccinati è al di sotto di questa soglia e quindi può essere considerato rato.

Le stime sul sangue zero negativo  sono effettuate da Avis e DBS. Anche la Banca Nazionale del Sangue Raro della Lombardia, con sede presso il Policlinico di Milano, già nel 2005 aveva tipizzato più di 100.000 donatori con sangue raro, e di questi, circa 1.000 sono considerati ultra-rari.

Pertanto, se consideriamo che il sangue raro è posseduto solo dal 15% della popolazione, questo dato è confermato anche nel report, come riportato, ad esempio, nel quotidiano Sanità del ottobre 2021. In quel report si indicava che circa 46 milioni di persone avevano ricevuto almeno una dose di vaccino, il che corrisponde all’85,26% della popolazione vaccinata. Il report era suddiviso per fasce di età (70-80, 60-70, ecc.), con percentuali di vaccinazione variabili tra il 81% e il 95%, per un totale dell’85,6% alla data di ottobre 2021. Questo significa che eravamo già sotto la soglia del 15%.

Ho approfondito ulteriormente consultando il Sole 24 Ore, che nel 2022 ha riportato che, considerando anche i monodose e i preinfettati, almeno l’86,34% della popolazione italiana è stata parzialmente protetta. Quindi, il 15% si riduce al 14%, rientrando così nella categoria del sangue raro. A livello mondiale, i dati ufficiali indicano che il 86,3% della popolazione è vaccinata.

Ho verificato anche sul sito ufficiale del Ministero della Salute, dove i dati aggiornati al 24 settembre 2023 indicano che almeno il 91,72% della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale. Pertanto, il sangue delle persone non vaccinate rientra nel 15% riconosciuto dal decreto ministeriale del 2 novembre 2015, confermando che è considerato sangue raro.

Durante una discussione con Grazia e la dottoressa Gianni a (Roma), il nostro interlocutore (al ministero) ha confermato che, nelle attuali condizioni, il sangue raro è effettivamente quello delle persone non vaccinate.

È stato anche riconosciuto che esiste una differenza tra il sangue delle persone vaccinate e quello delle persone non vaccinate. I bugiardini aggiornati dei vaccini indicano rischi come miocardite e pericardite, oltre ad altre reazioni avverse come la trombofilia.

Pertanto, le persone che desiderano essere trasfuse con sangue di donatori non vaccinati o con il proprio sangue possono farlo, poiché è considerato sangue raro.

Abbiamo discusso delle difficoltà legate alle trasfusioni e i nostri interlocutori hanno confermato che esiste una differenza tra il sangue delle persone vaccinate e non vaccinate. Ho studiato il decreto ministeriale del 2 novembre 2015, incluse le successive aggiunte, e ho concluso che per effettuare trasfusioni dedicate è previsto solo il sangue raro come opzione”.

Fonte

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