“Questo è il tempo delle crisi permanenti, così si può sospendere lo stato di diritto”, così l’economista Armando Savini delinea il momento storico in cui stiamo vivendo.
Secondo Savini, l’attuale epoca è caratterizzata da una sequenza continua di crisi che sembrano non avere fine. “Abbiamo visto che dopo la crisi pandemica o plandemica, come la chiamano gli inglesi, siamo entrati nella crisi ucraina. Dopo la crisi ucraina la crisi di Gaza e nel frattempo la crisi energetica, crisi che è stata aperta durante la crisi ucraina”, spiega l’economista.
L’analisi di Savini richiama alla mente le teorie di Trotsky sulla “rivoluzione permanente”. Trotsky sosteneva che durante periodi di crisi, i governi spesso sospendono i diritti civili e le libertà personali in nome della sicurezza e della stabilità. Savini sembra suggerire che stiamo assistendo a un fenomeno simile nel contesto attuale, dove le crisi si susseguono senza soluzione di continuità, fornendo ai governi una giustificazione per mantenere uno stato di emergenza prolungato.
La crisi pandemica ha segnato l’inizio di questo ciclo, imponendo restrizioni severe in molti paesi e modificando profondamente la vita quotidiana delle persone. Subito dopo, la crisi ucraina ha dominato l’agenda internazionale, portando con sé nuove tensioni geopolitiche e implicazioni economiche globali. Come se non bastasse, la crisi di Gaza ha ulteriormente complicato il quadro, mentre la crisi energetica, esplosa parallelamente, ha aggiunto un ulteriore livello di difficoltà, colpendo duramente l’economia mondiale.
Savini sottolinea che queste crisi, descritte come “permanenti”, consentono ai governi di giustificare la sospensione dello stato di diritto, mettendo in discussione principi fondamentali della democrazia e dei diritti umani. Questo stato di emergenza continuo potrebbe diventare la nuova normalità, minacciando la stabilità e la libertà a lungo termine.
La sfida è comprendere come queste situazioni influenzino le nostre vite e quali misure possano essere adottate per proteggere i diritti e le libertà fondamentali.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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