La crisi energetica del 1973 portò l’Italia sull’orlo del fallimento, quella attuale è peggiore?

La crisi energetica del 1973 ebbe un impatto brutale ed irreversibile ebbe sulla economia italiana. L’aumento dei tassi di interesse deciso in America negli Anni Ottanta fu la ghigliottina per il nostro sistema industriale. I prezzi dei prodotti petroliferi aumentarono di cinque volte. Una inflazione da costi si abbatteva sul sistema industriale italiano che veniva colpito al cuore, anche da una crisi della domanda.

La crisi energetica maturata dai nuovi rapporti tra produttori e consumatori determinava:

  • il rincaro dei prezzi di tutte le materie prime;
  • la crisi dell’assetto monetario internazionale con i nuovi rapporti di scambio e grave deterioramento per il nostro Paese;
  • una nuova divisione internazionale del lavoro

Il debito pubblico andò alle stelle e le imprese fallirono una dietro l’altra. Il culmine si raggiunse in occasione della lettera d’intenti al Fondo Monetario Internazione nel 1974. Prevalse la linea di rigore della Banca di Italia. Furono approntate misure per il riequilibrio della bilancia dei pagamenti attraverso tagli sulla domanda, deposito obbligatorio sulle importazioni e politica fiscale restrittiva, nonché  controllo del credito totale interno. Il fabbisogno del tesoro che veniva superato rispetto all’ammontare programmato costringeva la Banca d’Italia a finanziarlo con la creazione di ampia base monetaria.

Dal 2 dicembre del 1973 venne imposto il divieto di circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati, pena pesanti sanzioni amministrative fino ad un milione di lire. Per gli spostamenti domenicali i cittadini ripiegarono sul trasporto pubblico, bus turistici e sull’uso della bicicletta.

Le misure di austerity fecero fallire il processo di industrializzazione del Mezzogiorno, che per imitazione storica partiva dai grandi insediamenti di industria pesante. Bagnoli, il più antico stabilimento siderurgico italiano, risalente al periodo borbonico, fu chiuso. Gioia Tauro lo stesso, si salvò per miracolo con investimenti enormi
E così tutto il resto.

Ci risolleveremo?

“Conteranno soprattutto –  come disse Aldo Moro all’atto di nascita del suo governo – “ lo scatto di volontà, il vigore e la fantasia con cui noi tutti sapremo affrontare la sfida di adattare l’economia ai nuovi equilibri internazionali, di inventare nuove e più vere relazioni tra dirigenti e lavoratori, di mobilitare all’estremo la capacità di lavoro delle pubbliche amministrazioni”.

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