Introdotto con il regio decreto n. 1227 del 28 agosto 1931, il giuramento di fedeltà al fascismo prevedeva che i professori universitari pronunciassero volontariamente una formula di adesione al regime fascista.
“Ora, a voler ben vedere, l’obbligatorietà del giuramento lasciò comunque al singolo la possibilità di scegliere se adempiere o sottrarsi all’obbligo, assumendosi responsabilmente, in questo secondo caso, le conseguenze previste dalla legge”, spiega l’avvocato Renate Holzeisen.
“Qualora, invece, il singolo adempisse all’obbligo, la volontaria lettura della formula, pur a fronte dell’obbligo, era rivolta, proprio nel rispetto dell’intangibilità della persona, ad attestare la materiale adesione al regime.
In conclusione, le eventuali questioni di legittimità andrebbero dichiarate in parte manifestamente inammissibili e in parte non fondate”.
Ogni parallelismo con quello che è avvenuto per il consenso informato dei vaccini Covid è puramente casuale.
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