“Non c’è nessun obbligo per i privati di avere la PEC” e l’avvocato Fusillo la sconsiglia se non si è obbligati

“Non c’è nessun obbligo per i privati di avere la PEC. Ci sono alcune categorie disgraziate come noi avvocati, professionisti, i titolari di partita IVA che sono ai noi obbligati per legge ad avere la PEC”, spiega l’avvocato Alessandro Fusillo.

“Il privato cittadino qualunque non ha nessun obbligo di avere la PEC, non si deve iscrivere all’INAT e il mio consiglio è che non lo faccia perché notificare una cartella esattoriale, notificare un accertamento fiscale con la PEC è molto più comodo, è molto più facile, è un’email poi quindi sostanzialmente con un allegato in pdf, quindi è molto più semplice e tutto dobbiamo fare meno che semplificare la vita.

E poi c’è un altro aspetto, il privato che si apre una PEC, non è detto che sta tutti i giorni a guardare la PEC, magari si scorda, magari la guarda una volta ogni tanto, non è come…

Io la devo vedere, io la consulto continuamente la PEC, ho l’allarme sul telefonino perché tutto quello che mi arriva dal tribunale passa attraverso la PEC. Una volta veniva l’ufficiale giudiziario, venivano i carabinieri a studio a fare le notifiche, adesso passa tutto attraverso la PEC, quindi chi è avvezzo a questo tipo di comunicazione lo sa e quindi deve stare sempre attento.

Il privato che a un certo punto si apre la PEC perché ha letto su qualche canale che è obbligatoria da 30 novembre e poi non la guarda più, corre il rischio concreto di avere una serie di notifiche di cui non sa nemmeno perché la PEC si ha pernotificata nel momento in cui arriva nella casella del provider indipendentemente dal fatto che qualcuno l’abbia letta oppure no.

Un po’ come se ti portano una raccomandata, se tu lasci la busta chiusa e la butti nel cestino della spazzatura, la raccomandata è notificata, non puoi dire eh ma io non l’ho letta, non ho aperto la busta, è una difesa che non ha nessun senso.

Non è obbligatorio niente, non vi fate la PEC e non la inserite nell’INAD, anche chi ha la PEC non la metta nell’INAD, perché un’altra cosa importante, chi ha una partita IVA che è scritta in un albo e così via, si trova la PEC automaticamente inserita all’INAD, altra cosa, secondo me abusiva, ma di fatto è così, lo stanno facendo.

Il cittadino comune che per caso si è fatto una PEC perché gli faceva comodo, perché doveva trasmettere degli atti con valore legale, con data certa, ci possono essere mille motivi per cui uno anche da privato cittadino ha una PEC. L’importante è non registrarla all’INAD e quindi a quel punto non è una PEC ufficialmente riconosciuta e non può essere utilizzata come mezzo per fare le notifiche”.

Qui trovate la dissertazione completa dell’avv. Fusillo: https://www.youtube.com/watch?v=rrJLPvjUrFE

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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