“La nostra situazione somiglia un po’ a quella che ha preceduto la prima guerra mondiale”: propaganda, corsa agli armamenti per farci accettare l’inaccettabile. L’analisi dell’avv. Fusillo

La nostra situazione somiglia un po’ a quella che ha preceduto la prima guerra mondiale, in cui c’erano vari attori, vari Paesi che in qualche modo si minacciavano l’un l’altro, c’era una generalizzata corsa agli armamenti e c’erano continuamente dichiarazioni del tipo di quelle che sentiamo in questi giorni, in cui poi ovviamente una delle guerre che deve vincere chiunque sia coinvolto in un conflitto militare è la guerra propagandistica, cioè quella prima di tutto di far credere ai suoi cittadini che loro sono dalla parte dei buoni, della che stanno combattendo un nemico cattivo, ingiusto, tirannico, eccetera, eccetera…”, spiega Alessandro Fusillo

“Perché? Questo è fondamentale per convincere la gente a fare una cosa assolutamente assurda, cioè farsi mandare al fronte e farsi ammazzare, poi sul fronte interno farsi derubare di tutti i soldi, subire aumenti di imposte, subire imposte straordinarie a finanziare la guerra, quindi questo è fondamentale.

E quello che noi vediamo in questi giorni rientra in un cliché guerresco degli Stati in cui si fa proprio questo, così come nella preparazione della prima guerra mondiale si doveva valorare la tesi secondo cui gli austriaci e i tedeschi erano una specie di mostri dai quali bisognava difendersi, oggi il mostro è la Russia, ma più o meno è sempre lo stesso modo di comunicare.

Lo trovo pericoloso, soprattutto nella misura in cui questo è accompagnato a tutti gli effetti da un riarmo, che per fortuna almeno questo non c’è, perché nel momento in cui tu cominci a spendere soldi per soldati, per armamenti e per prepararti alla guerra, in un modo o nell’altro la guerra poi la fai, perché ovviamente sono investimenti giganteschi e questo è quello che è accaduto in preparazione della prima guerra mondiale, ma che almeno per il momento non sta accadendo.

Noi abbiamo sicuramente un Paese che sono gli Stati Uniti d’America, che da moltissimo tempo investono tantissimo nel loro esercito. La spesa militare degli Stati Uniti è maggiore di quella congiunta di tutto il resto del mondo, quindi una spesa militare fuori controllo e che è finanziata fondamentalmente attraverso la minaccia stessa della violenza.

Gli americani hanno messo in piedi un sistema in cui la loro moneta, il dollaro, è la moneta dominante nel mondo e questo dominio viene difeso attraverso la minaccia della violenza che è pagata da quello stesso dollaro che è una specie di circolo vizioso infernale.
In realtà quello che è accaduto in questi ultimi anni è che non solo in Ucraina, ma già in Siria, si è dimostrato che la presunta superiorità militare americana è un po’ un gigante dai piedi d’argilla, perché queste presunte armi super tecnologiche di cui sarebbero proprietari gli americani non è vero che funzionano, perché come al solito hanno subito una serie di sconfitte in Siria, in Afghanistan, in modo clamoroso, adesso in Ucraina, quindi non è vero che gli americani hanno l’arma segreta o che comunque hanno delle armi più potenti di quelle degli altri e soprattutto più potenti di quelle dei russi. E non parliamo dei cinesi che ancora non sono entrati almeno direttamente in questo gioco al massacro.
Però sicuramente sono dichiarazioni estremamente pericolose, perché come al solito poi chi ne soffre di questo tipo di politica sono i cittadini.
Quindi qualunque cosa accada, e non è da escludere il rischio di una guerra effettiva in Europa, che non c’è da moltissimo tempo e sulla quale tanti si stanno fregando le mani dalla gioia di poter fare una nuova guerra in Europa, ammazzando milioni di persone, distruggendo proprietà, città, beni artistici, paesaggistici di valore inestimabile, il rischio c’è, perché si vede poi dal fatto che l’enfant prodige, parliamo di un francesi, delle élite internazionali, cioè il signor Macron o Macron Léon, come lo stanno chiamando in questi giorni, è quello che ha cominciato ad aprire le danze del fatto della formale entrata in guerra dell’Europa.
Oltretutto, come stavi notando tu, non si sa bene per difenderci da chi, perché sicuramente i russi non sono una minaccia per l’Europa, i russi hanno sempre detto chiaramente quali erano i loro scopi e quali erano i paletti che loro dovevano in qualche modo far rispettare, poi i russi sono, parliamo dei russi, già questo è sbagliato perché non è solo i russi, il governo russo, Putin e l’elite che comanda in Russia che non ha nulla a che vedere con i russi, così come i cittadini dei vari paesi non hanno nulla a che vedere con i loro governi, anzi, normalmente sono migliori dei loro governi, non farebbero mai quello che fanno i loro governi, però fatto sta, il governo russo ha sempre detto che ci sono dei limiti, in particolare l‘espansione della Nato verso est è una minaccia per l’incolumità militare russa ed è una cosa che ha un senso. Immaginiamo se al contrario fosse rimasto il patto di Varsavia e a un certo punto i russi si fossero messi d’accordo con i messicani per far entrare i messicani nel patto di Varsavia. Gli americani l’avrebbero considerata una minaccia e quindi è esattamente la stessa logica quella che muove i russi anche in Ucraina, e non c’è nessuna minaccia che può avvenire dai russi, che non hanno nessun interesse a continuare un’azione militare, peraltro molto contenuta, quella che hanno fatto in Ucraina. I russi non hanno impiegato tutte le armi che avevano, perché gli ucraini sono comunque un popolo slavo, sono un paese che ha fatto parte della Russia per moltissimi secoli e quindi non c’è la possibilità per i russi di fare una guerra di distruzione totale come quelle che hanno fatto gli americani in Medio Oriente.
Che i russi possano andare oltre e invadere qualche paese europeo è assolutamente fuori dal novero delle possibilità e quindi evidentemente come al solito ci vengono fornite una serie di menzogne per giustificare delle azioni folli e scellerate come quelle che stanno compiendo i paesi europei in questi in questi mesi in questi anni”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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