Blocco delle auto: in pandemia ferme e l'inquinamento non è sceso • PRESSKIT

La denuncia dell’avv. Fusillo. “Abbiamo imparato nel 2020 durante il famoso e famigerato lockdown che in realtà le automobili non c’entrano a nulla, molto probabilmente la fonte del presunto inquinamento dell’aria sono i riscaldamenti perché le auto ferme durante il periodo di quarantena forzosa di arresti domiciliari in teoria avrebbero dovuto garantire un’aria pulitissima, in realtà non è stato così perché evidentemente non dipende dalle automobili che l’aria è di cattiva qualità, inquinata eccetera.

Quindi già partiamo da un vizio di fondo, questi si vantano di essere degli scienziati, in realtà di scientifico hanno ben poco perché in realtà qui l’oggetto dell’attacco è la proprietà degli autoveicoli privati e la libertà che è connessa alla proprietà di un’automobile che ti consente di salire, mettere in moto e andare dove ti pare senza essere controllati. Queste tre direttive comunitarie che l’Italia ha violato secondo la Commissione europea perché ci sarebbe una sistematica violazione della garanzia della qualità dell’aria soprattutto in alcune zone, hanno dato luogo a una procedura di infrazione. L’Unione europea è questa simpatica entità che decide delle norme a livello burocratico, le direttive non vengono scritte da persone che sono state elette da qualcuno, che hanno una qualsiasi forma di legittimazione, sono dei burocrati che fanno un concorso e che stanno lì a scaldare la sedia a Bruxelles e scrivono questa robaccia dalla mattina alla sera, tra le altre cose diventano sempre più lunghe, basta guardare una qualunque direttiva, magari sono centinaia di pagine, 80 pagine di preambolo in cui non si capisce assolutamente nulla, sono norme anche pressoché incomprensibili”.

Qui trovate l’intervista integrale all’avv. Fusillo (https://www.youtube.com/watch?v=iWIUdvOvsPc)