Le linee guida dell’Oms hanno drasticamente abbassato i livelli di inquinamento atmosferico negli anni. Milano e la Pianura Padana non si affacciano sul mare, non sono in montagna, sono nel bel mezzo di una pianura ed è normale che in alcuni periodi dell’anno si alzino gli inquinanti. Il problema sono i paletti fissati per dichiarare l’emergenza che negli anni sono stati costantemente abbassati, così quello che si fa per ridurre l’inquinamento e di conseguenza rientrare nei parametri non basta mai. Attualmente a Milano il limite permesso per le PM10 è di 35 giorni all’anno, con una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo.
Nel 2021 sono stati ulteriormente abbassati i limiti dall’OMS. Per il biossido di azoto (NO2) limiti medi annui ridotti a un quarto (10 μg/m³), con attivazione di una soglia limite giornaliera di 25 μg/m³, per il PM 2.5 soglia annuale dimezzata a 5 μg/m³, con l’attivazione di un nuovo limite sulle 24 ore di 15 μg/m³, per il PM10 il limite medio annuo passa a 15 μg/m³, ovvero meno della metà del limite normativo vigente attualmente in Europa, inoltre si introduce una nuova soglia media per l’ozono di 60 μg/m³, e infine un nuovo limite sulle 24 ore per il monossido di carbonio (CO) di 4 μg/m³.
“Riducendo il particolato da 70 a 20 microgrammi per metro cubo, come stabilito nelle nuove Linee guida dell’Oms”, si legge sul sito dell’istituto superiore di Sanità “si potrebbe appunto arrivare a una riduzione della mortalità del 15%. Riducendo i livelli di inquinamento, si registrerebbe una diminuzione dell’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone. Inoltre, azioni volte alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico contribuirebbero a un calo nelle emissioni di gas che influiscono sui cambiamenti climatici, fornendo così altri benefici sulla salute.
Considerando l’evidente e crescente impatto che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute, l’Oms ha rivisto le già esistenti Linee guida per la qualità dell’aria per l’Europa (AQGs) e le ha ampliate per produrre le prime indicazioni applicabili a livello mondiale. Queste, alla cui stesura hanno partecipato più di 80 scienziati, sono basate sulla più recente letteratura scientifica disponibile e definiscono obiettivi per la proteggere la salute della maggioranza delle persone dagli effetti dell’inquinamento. L’Oms spera che le nuove direttive sulla qualità dell’aria divengano parte delle leggi nazionali.
Molti Paesi non hanno ancora una regolamentazione sull’inquinamento atmosferico, e ciò rende quasi impossibile controllare questo importante fattore di rischio per la salute. Gli standard nazionali esistenti variano significativamente e non assicurano una garanzia sufficiente. Mentre l’Oms comprende la necessità dei singoli Governi di stabilire standard nazionali in base alle proprie particolari circostanze, queste Linee guida forniscono indicazioni sui livelli di inquinamento a cui il rischio per la salute è minimo e danno ai diversi Paesi le basi per poter definire le proprie politiche basandosi su solide evidenze scientifiche.
L’inquinamento atmosferico, sotto forma di particolato di biossido di zolfo, ozono e biossido di azoto, ha un forte impatto sulla salute. Per esempio, nell’Unione europea, il solo particolato più fine (PM 2,5) causa una perdita di aspettativa di vita di circa 8,6 mesi. Anche se il particolato è considerato il principale fattore di rischio dell’inquinamento atmosferico per la salute umana, le nuove Linee guida raccomandano un limite giornaliero più basso per l’ozono, passando da 120 a 100 microgrammi per metro cubo. Il raggiungimento di questi livelli sarà una sfida per molti Paesi, soprattutto per quelli in via di sviluppo, e in particolare quelli con molti giorni di sole, momento in cui le concentrazioni di ozono raggiungono i valori massimi, causando problemi respiratori e attacchi di asma.
Per il biossido di zolfo, le Linee guida abbassano il livello da 125 a 20 microgrammi per metro cubo: l’esperienza ha dimostrato che anche semplici azioni ne possono far diminuire rapidamente i livelli, con conseguenze immediate sul tasso di mortalità e di morbilità infantile. I livelli del biossido di azoto, invece, rimangono invariati. Tuttavia rispettare questi limiti è importante soprattutto in quelle zone in cui il traffico è intenso.
Le Linee guida propongono obiettivi progressivi e rappresentano una pietra miliare nel raggiungimento di una migliore qualità dell’aria”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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