Milano a 30km orari, aumenterà lo smog e anche le multe staccate dal comune

A prescindere dal contesto, dall’ora, dal traffico bisogna procedere tutti a 30 all’ora a Milano dal 2024. Un provvedimento che fa discutere. “Sotto il profilo dell’inquinamento il provvedimento è tafazziano: se le auto, andando a bassa velocità, ci mettono più tempo per raggiungere un luogo, è lampante che stanno accese di più e che fanno più ripartenze agli incroci. Se poi i 30 km/h fossero rispettati passeremmo le giornate imbottigliati e un Taxi dalla stazione a San Siro impiegherebbe un ora e costerebbe 70 euro!”, spiega Fabrizio De Pasquale, Presidente di Futuro Milano

” Se veramente vogliamo rendere più sicure le strade e combattere lo smog, i cittadini devono essere messi nelle condizioni di rinunciare all’auto e prendere un autobus che passa in orario o una metro che non resta bloccata in galleria per un incidente, su mezzi dove è possibile salire senza dover sgomitare o dove si viaggia accalcati. Parlare di limite di velocità a 30 km/h nelle grandi città ci sembra solo propaganda. Le soluzioni, a nostro avviso, sono altre. Andrebbe rivisto il piano del traffico, istituendo l’onda verde lungo le direttrici principali così da evitare le code ai semafori” chiede l’associazione Codici, per la quale la misura è semplice è propaganda.

Il provvedimento non è ancora attuativo.

“Per attuare il provvedimento ci vorranno vari adempimenti, tipo l’installazione di milioni di cartelli stradali. Dunque il Comune sarà, come oramai per tutto e ad eccezione delle tasse, in ritardo e ci si potrà godere ancora per qualche tempo la libertà di acceleratore. Nel frattempo si spera che qualcuno fra tecnici, vigili e politici si renda conto della inutilità e pericolosità del provvedimento”, spiega Fabrizio De Pasquale, Presidente di Futuro Milano.

“Oggi i principali pericoli per la sicurezza stradale derivano dall’enorme numero di persone alterate e strafatte che guidano, soprattutto la notte. Poi c’è la scarsa manutenzione e illuminazione di strade e marciapiedi e infine il macrodisordine indotto dalla micromobilità senza regole promossa dal Comune: monopattini e rider senza regole, ciclabili mal progettate, scomparsa della Polizia Locale dalle strade. Altro fattore di insicurezza è la presenza di furgoni e camion in doppia fila perche, mentre sono stati eliminati più di 10.000 posti auto non è stato realizzata alcuna area aree di carico e scarico”. continua Fabrizio De Pasquale, Presidente di Futuro Milano.

È più pericoloso un ubriaco che guida senza mai subire controlli in una zona a 30 all’ora piuttosto che un automobilista vigile che viaggia a 51 kmh in Viale Zara. Ma la nostra città è dominata dalla ideologia green, tanto astratta e utopistica quanto disattenta ai problemi pratici. Tempo fa Sala fece l’elogio della lentezza, dimenticando che Milano è da secoli sinonimo di dinamismo e di competitività.

Per Prima visione la misura serve a limitare ulteriormente la mobilità delle persone. “Caro benzina, tassazioni, indicazione di auto da acquistare o rottamare sulla base di presunti benefici ambientali, spartitraffico e piste varie che impattano sul traffico paralizzandolo, lockdown, smart working, servizi vari a domicilio etc.” , scrivono. “Tutte queste circostanze sono indicatori del fatto che la tendenza sia quella di voler limitare la mobilità. Cittadini chiusi nei loro spazi, soli, connessi col mondo attraverso dispositivi tecnologici che ne fanno i perfetti consumatori delle grandi multinazionali, i perfetti sudditi e soggetti redditizi al fine dell’elaborazione dei dati personali rilasciati in rete”.
“La sicurezza stradale è importante così come la lotta all’inquinamento – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ma questa proposta che arriva da Milano, e che ha aperto un dibattito su scala nazionale, non ci convince. Al di là del caso specifico, introdurre in un grande centro urbano il limite di velocità a 30 km/h non è una soluzione. Iniziative simili fanno venire il dubbio che dietro ci sia un tentativo di favorire il mercato dell’auto elettrica. La realtà è chiara. Nelle metropoli italiane il limite di velocità è già di per sé ridotto a causa del traffico. ”

“Traspare l’obiettivo di penalizzare sempre la mobilità personale e il pendolarismoche è l’anima dello sviluppo milanese. Siamo proprio nel solco della decrescita felice. E questo è l’ultimo atto di un Comune di sinistra che pare agire per trasformare Milano in una Ztl per soli ricchi.

Speriamo che Regione Lombardia e Ministero delle Infrastutture spieghino a Sala che esiste un unico Codice della Strada in Italia e che il Comune di Milano non può comportarsi da repubblica autonoma in Lombardia, dove il lavoro, le imprese e le persone si fondano su una grande e libera mobilità”, conclude Fabrizio De Pasquale, Presidente di Futuro Milano.

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