“Vi dico qualche cifra su quello che sta succedendo. Credo che sia dilagando nell’aria un’emissione di calore dalla guerra in Ucraina che è pari a tutte le emissioni di uno Stato come il Belgio”, denuncia Michele Santoro nel suo ultimo monologo Debiti di Guerra.
“La distruzione di quel paese è sistematica. 160.000 edifici distrutti, polvere di cemento diffusa nell’aria, depositi di benzina, di gasolio, distrutti. Te do 900 fabbriche spianate al suolo, bauxite, tutte le forme di veleni possibili e immaginabili che voi possiate immaginare che vanno nelle acque, invadono i fiumi.
Il mare di Azov è un mare dove non c’è più fauna ittica in questo momento, non ci sono più pesci.
Questo mentre noi dovremmo lottare contro il surriscaldamento globale.
Tutto quello che aveva fatto l’Ucraina per le energie rinnovabili distrutto. Paleoliche, energie rinnovabili. Un terzo dei campi dell’Ucraina, destinati ai raccolti, distrutto. Completamente distrutto. Dighe distrutte. Centri di energia elettrica, centrali di energia elettrica, distrutte. Un paese completamente distrutto. Ora, noi dobbiamo farci una domanda.
Chi l’ha distrutto? Certamente principale responsabile, lo sappiamo, quello che ha fatto l’invasione. Ma è l’unico mostro che sta creando questa distruzione così totale?
Le nostre pallottole non ci sono? I nostri carri armati non ci sono? Non stiamo distruggendo anche noi? Non stiamo ammazzando anche noi?
E parliamo di centinaia, di migliaia, centinaia, di migliaia di madri nelle due chiese separate che vanno a pregare perché i loro figli non torneranno più e altre centinaia di migliaia perché sperano che tornino.
Questo è quello che sta succedendo.
E decine e decine di migliaia che moriranno poi di cancro, di tumore, per tutti questi veleni che stiamo seminando nell’aria. E qualcuno ci vuole dire che noi stiamo combattendo contro un mostro? Perché le guerre di finalità morali, non ne hanno mai avute”.
Per chi vuole ascoltare l’ultimo monologo di Michele Santoro lo trova qui: (https://www.youtube.com/watch?v=zaZD9rnRRjU)
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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