Appello degli Scienziati Italiani per la Sicurezza Elettromagnetica

Appello al governo di 52 scienziati sul 5G e la sicurezza elettromagnetica.  “Un aumento dei limiti sarebbe una scelta del tutto irrazionale e pericolosa per la salute pubblica, visto che la ricerca scientifica ha dimostrato che gli attuali standard di sicurezza sono inadeguati” dichiara Fiorenzo Marinelli, già ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerca di Bologna.

Eccolo:

Appello degli Scienziati Italiani per la Sicurezza Elettromagnetica

Al Governo, al Parlamento, alle Regioni e Province Autonome Italiane,

noi sottoscritti biologi, fisici, chimici e medici conduciamo ricerche da decenni sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici e non abbiamo mai usufruito di fondi dell’industria delle telecomunicazioni, a dimostrazione di aver lavorato sempre nell’interesse esclusivo della salute pubblica.

La notizia che il Governo sta prendendo in considerazione la possibilità di aumentare il valore di attenzione di 6 V/m per i luoghi di vita dove si permane più di 4 ore è motivo di grande preoccupazione.

I nostri studi, e più in generale le ricerche internazionali, da almeno vent’anni hanno ampiamente dimostrato che le esposizioni alla radiofrequenza, anche al di sotto degli attuali standard di sicurezza ICNIRP/WHO, producono danni alla salute e riducono i livelli di benessere nella popolazione.

Gruppi di scienziati, come ICEMS e Bioinitiative, e il Consiglio d’Europa (Raccomandazione n° 1815 del 2011) hanno diramato appelli per richiedere la riduzione immediata dei limiti di esposizione della popolazione a 0,6 V/m, per garantire la salute pubblica e, in particolare, l’incolumità dei soggetti vulnerabili come i bambini, le donne in gravidanza, i malati cronici, i malati di tumore e gli elettrosensibili.

La radiofrequenza è stata associata a diverse problematiche sanitarie tra cui:

  •   cancro (la RF è stata classificata dalla IARC come “possibile cancerogeno per l’Uomo” nel 2011, ma studi successivi hanno concluso che la radiofrequenza rientra nei parametri della Classe 2A,1 ovvero “probabile cancerogeno”, e della Classe 1 ovvero “cancerogeno certo” 2);
  •   malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer;
  •   infertilità maschile e femminile;
  •   aumento dello stress ossidativo (correlato a numerosissime malattiecroniche);
  •   alterazioni neuro comportamentali nei bambini nati da madri che usavano il
  •   disfunzioni immunitarie;
  •   alterazioni del metabolismo dell’insulina;
  •  aumento della permeabilità cerebrale e alterazioni del metabolismo cerebrale.

 

Stiamo già pagando i costi sociali e sanitari dell’aver immesso nell’ambiente livelli di radiazioni artificiali da radiofrequenza che non sono del tutto compatibili con la vita. Un aumento ulteriore dell’esposizione della popolazione a radiofrequenza non è eticamente accettabile e neppure economicamente sostenibile.

Servono, piuttosto, misure per tutelare la salute pubblica e l’ambiente.

Non solo l’Uomo, ma anche animali e piante, infatti, risentono dell’esposizione cronica alla radiofrequenza, con danni significativi soprattutto alle popolazioni di uccelli,4 anfibi e api5,6,7.

Un recente articolo del professor James Lin su “IEEE Microwave Magazine” del 3 Giugno 2023,8 la rivista della più prestigiosa organizzazione internazionale degli ingegneri, conclude che le linee guida ICNIRP presentano gravi limitazioni:

  •   proteggono solo da effetti termici acuti per esposizioni di alta intensità e di breve durata (30 minuti);
  •   non sono applicabili alle esposizioni a lungo termine e di bassa intensità, come effettivamente avviene nei contesti di vita quotidiani;
  •   si basano su informazioni obsolete;
  •   non proteggono dalle radiazioni della tecnologia 5G, che ha caratteristiche di forte polarizzazione, molto diverse dalle generazioni precedenti della telefonia mobile, per le quali servirebbero ulteriori studi.

Le linee guida ICNIRP, quindi, non sono idonee a tutelare la salute umana e dovrebbero essere aggiornate secondo le più recenti pubblicazioni del settore.

La legislazione italiana (Legge 36/2001) prevede fortunatamente limiti più cautelativi perché i decisori di allora presero in considerazione due principi fondamentali e irrinunciabili:

il Principio di Precauzione, originariamente sancito nel diritto internazionale dell’ambiente all’interno della Dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992;

il Principio di Minimizzazione ALARA (As Low As Reasonably Achievable), ovvero il più basso livello ragionevolmente ottenibile senza compromettere lo sviluppo tecnologico.

Per le suddette ragioni noi sottoscritti chiediamo:

  • di mantenere il valore massimo a 20 V/m per la protezione della salute pubblica dagli effetti acuti delle radiazioni;
  • di mantenere fermo il valore di attenzione di 6 V/m previsto dall’attuale legislazione (DPCM 8.07.2003);
  • di misurare il suddetto valore sulla media di 6 minuti che ha una precisa ragione biologica (è il tempo necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dal campo elettromagnetico) come previsto dal D.P.C.M. dell’8.07.2003, ovvero si richiede di abrogare l’articolo 14, comma 8 lett. d) del D.L. 179/2012, che stabilì la misurazione nell’intervallo di tempo di 24 ore, che è del tutto arbitrario e privo di ragioni se non quella di diluire i valori misurati; di portare l’obiettivo di qualità a 0,6 V/m;
  • di approvare una legge sul conflitto di interessi, al fine di obbligare gli esperti chiamati a fornire pareri scientifici in ambito istituzionale a dichiarare pubblicamente le fonti di finanziamento delle loro ricerche, le loro proprietà azionarie in aziende del settore e le consulenze in conflitto con l’interesse pubblico.

L’appello è sottoscritto da un gruppo di 52 tra scienziati, medici, chimici, fisici e biologi impegnati “da decenni sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici e non abbiamo mai usufruito di fondi dell’industria delle telecomunicazioni, a dimostrazione di aver lavorato sempre nell’interesse esclusivo della salute pubblica”

 Qui trovate l’appello e tutti i suoi firmatari: https://www.toscanachiantiambiente.it/wp-content/uploads/2023/08/Lappello-firmato-dagli-scienziati.pdf

Le opinioni espresse in questo articolo sono degli autori.

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