L’aumento dei livelli di CO2 è associato ai combustibili fossili necessari durante i processi di purificazione che forniscono nutrienti alle cellule in coltura. L’eliminazione delle endotossine è fondamentale quando si crea carne coltivata poiché i batteri nell’ambiente rilasciano queste tossine. Anche una piccola quantità di queste tossine nel mezzo di coltura può ostacolare la riproduzione delle cellule.
“La coltura di cellule animali viene tradizionalmente eseguita con componenti del mezzo di crescita che sono stati raffinati per rimuovere/ridurre l’endotossina”, scrivono gli autori dello studio. “L’uso di questi metodi di raffinamento contribuisce in modo significativo ai costi economici e ambientali associati ai prodotti farmaceutici poiché richiedono sia energia che risorse”, hanno aggiunto in un recente studio dell’UC Davis.
La principale fonte di emissioni di CO2 sono i processi di pulizia che richiedono combustibili fossili.
I batteri utilizzati per produrre la “carne” rilasciano endotossine che devono essere rimosse dal mezzo di crescita o le cellule non saranno in grado di riprodursi correttamente.
Come notano gli autori dello studio dell’UC Davis.: “Tradizionalmente, le colture di cellule animali sono state utilizzate con componenti del mezzo di crescita che sono stati raffinati per rimuovere o ridurre l’endotossina. L’applicazione di questi metodi di finitura contribuisce in modo significativo ai costi economici e ambientali dei prodotti farmaceutici in quanto richiedono sia energia che risorse”.
Secondo questa stima, ogni chilogrammo di carne bovina coltivata emette tra 542 libbre (246 kg) e 3.325 libbre (1.508 kg) di emissioni di anidride carbonica, rendendo l’impatto climatico della carne bovina coltivata da quattro a 25 volte maggiore di quello della carne bovina convenzionale.
Qui lo studio completo: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2023.04.21.537778v1.full
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