“Nel 2021, la Spagna è stato il Paese che ha demolito il maggior numero di sbarramenti fluviali – dighe, dighe e sbarramenti – in tutta Europa. In un momento di profonda scarsità sono scomparsi 108 edifici, quasi la metà dei 239 smantellati in tutto il continente”, denuncia Maria Fernández su El Debate.
“La pianificazione del governo in termini di siccità sta crollando contrariamente a ciò di cui la società ha bisogno. Invece di cercare soluzioni e aumentare la capacità di arginare le poche precipitazioni che cadono quest’anno, sta portando avanti un piano che ne rende difficile la distribuzione e l’accesso.
Ignacio Rodríguez, commissario per l’acqua della Confederazione idrografica del Duero, il più grande bacino fluviale della penisola iberica, il cui corpo era incaricato di abbattere metà delle barriere in Spagna, ha dichiarato che “recuperare la naturalità dei fiumi è qualcosa di necessario, bello e produttivo sotto tutti i punti di vista”. Ha anche spiegato allo sbocco che “non possono più salire o scendere, non solo di fronte a prede di grandi dimensioni, ma anche con piccole barriere di 50 centimetri”.
Mentre l’Esecutivo quello stesso anno stava già distruggendo gli invasi, il ministro ha sottolineato che “è legittimo, ma non è ragionevole. Occorre non solo rispettare, ma anche mantenere la qualità e la quantità dell’acqua necessaria per quelle città”.
Dopo queste dichiarazioni molte persone si sono lamentate sui social.
Tutte queste azioni sono in linea con l’ossessione dell’esecutivo Sánchez per un ambientalismo frainteso. In esso sostengono che la natura si autoregola, quindi deve seguire il suo corso naturale. Le foreste non possono essere disboscate e gli alberi non possono essere abbattuti, perché hanno guadagnato terreno sulla loro proprietà, succede anche con l’energia, l’estrazione mineraria e la proliferazione del lupo iberico”.
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