El Salvador: ha una aborto spontaneo e la condannano a 30 anni di carcere per omicidio aggravato

Una brutta storia di violenza contro una donna in El salvador, perché di violenza di tratta. Dopo il dolore per un aborto spontaneo, non proprio una passeggiata, un tribunale l’ha condannata a 30 anni di carcere per omicidio. L’accusa precisa nei confronti della donna è omicidio aggravato. La criminalizzazine delle donne continua in questo stato sudamericano.

E’ stata arrestata nel 2019 mentre cercava cure mediche in un ospedale pubblico per problemi insorti durante la gravidanza. Da allora è in carcere. “Abbiamo visto più volte, in tutta l’America Latina, che quando l’aborto è criminalizzato, le donne sono costrette a dimostrare che una qualsiasi delle numerose complicazioni di natura ginecologica di cui soffrono è effettivamente un’emergenza. Quando non possono o non hanno le risorse per farlo, o semplicemente non vengono credute, rischiano il carcere“, ha dichiarato al Guardian Paula Avila-Guillen, avvocata internazionale per i diritti umani e direttrice esecutiva del Women’s Equality Center.

Dal 1998 in El salvador l’interruzione di gravidanza è illegale sempre, anche nei casi in cui il bambino sia stato concepito a causa di uno stupro o di un incesto, o quando la salute della madre o del bambino sono a rischio. La pena per l’aborto, spesso anche quello spontaneo, è una detenzione che va da due a otto anni, ma non sono pochi gli esempi in cui i giudici hanno considerato l’interruzione di gravidanza un omicidio aggravato, punendolo con pene che vanno dai 30 ai 50 anni di carcere, anche nei casi di aborto spontaneo.

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