Scuola verso lo sciopero il 6 maggio per la riforma del reclutamento docenti

La riforma del reclutamento dei docenti fa discutere. Il decreto legge è all’esame del Senato. Si va verso lo sciopero il 6 maggio.

Il mondo della scuola si sta mobilitando contro la sua approvazione: dopo la denuncia dell’Anief per una riforma che sottrae 2 milioni di euro annui dalla carta per l’aggiornamento dei docenti, arrivando a dimezzarne l’importo, e cancella 10mila cattedre dall’organico di diritto per finanziare la nuova scuola di Alta Formazione, è stato un crescendo di proteste. Tanto che si parla di sicure modifiche del testo. Tra i motivi del dissenso c’è anche la complessità del percorso che porta al ruolo di docente, che diventerebbe di almeno 7 anni. Per non parlare del salario accessorio oggi assegnato in base alla contrattazione, mentre dal 2024 si accrediterebbe ai docenti solo previa formazione e il giudizio finale del comitato di valutazione che andrebbe comunque a premiare con poche migliaia di euro lorde solo una parte del personale.

Nelle ultime ore ha preso piede una “forte mobilitazione sindacale” da parte delle altre organizzazioni rappresentative che lamentano la totale mancata “attenzione e coinvolgimento” nella realizzazione del progetto da parte del Governo. Salgono anche le quotazioni di una protesta unitaria di tutte le organizzazioni sindacali: “Lo sciopero generale della scuola si fa sempre più concreto – scrive Orizzonte Scuola – e si pensa agli ultimi due giorni di maggio o il 1° giugno ma ancora una decisione non è stata presa”.

Cosa contesta Anief

Dal 2023 la carta del docente si ridurrà in modo progressivo, fino probabilmente a dimezzarsi passando da 500 euro a 250 euro annui. Ecco l’altro secondo capitolo di tagli dell’ordinario: per assegnare non più di 2mila euro a qualche migliaio di docenti che si formeranno con 30 ore servirà un “premio” una tantum; serviranno 20 milioni di euro nel 2026, 85 milioni di euro nell’anno 2027, 160 milioni di euro nell’anno 2028, 236 milioni di euro nell’anno 2029, 311 milioni di euro nell’anno 2030 e 387 milioni di euro a decorrere dall’anno 2031. Tutta l’operazione di incentivo, riporta il DL 33, si finanzierà “mediante razionalizzazione dell’organico di diritto effettuata a partire dall’anno scolastico 2026/2027″, in via prioritaria sui posti di organico per il potenziamento, decurtandoli dai posti lasciati liberi dai pensionamenti”. Ciò significa che si andranno a decurtare, tra gli anni scolastici 2026/27 e 2030/31, ben 9.600 docenti oggi in organico di diritto.

L’iter di approvazione del Decreto Legge

Il Decreto Legge n. 36, pubblicato sabato scorso in Gazzetta Ufficiale nelle misure urgenti per l’attuazione del PNRR, sarà esaminato dalla prossima settimana dalla  Commissione Affari Costituzionali e in VII Commissione Istruzione. Nelle prossime settimane verranno chiesti anche i pareri delle commissioni 2ª (Giustizia), 3ª (Aff. esteri), 4ª (Difesa), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze), 8ª (Lavori pubblici), 9ª (Agricoltura), 10ª (Industria), 11ª (Lavoro), 12ª (Sanità), 13ª (Ambiente), 14ª (Unione europea), Questioni regionali. Una volta approvato a Palazzo Madama, il testo dovrà passare al vaglio della Camera. E comunque dovrà essere definitivamente convertito in legge entro il prossimo 29 giugno.

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