Bocciato dal Consiglio d’Europa il green pass: “è discriminatorio e contrario alla scienza”

Il Consiglio sollecita gli stati a informare bene che la vaccinazione non è obbligatoria. Nelle “considerazioni etiche, legali e pratiche” il consiglio sottolinea che la mancata vaccinazione non può in alcun modo essere usata per discriminare lavoratori o chiunque non faccia il vaccino.

I rappresentanti degli stati hanno votato a larga maggioranza per inserire un emendamento con cui si dicono contrari all’uso dei certificati di vaccinazione come passaporti. 

In particolare, al punto 7.3 e commi successivi della risoluzione si legge che gli Stati membri devono “garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desidera farlo personalmente”

Gli stati membri, appunto, devono “garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato”.

Secondo l’assemblea, occorre “adottare misure tempestive ed efficaci per contrastare la disinformazione e l’esitazione riguardo ai vaccini Covid-19“.

Il Consiglio d’Europa, sul punto precedente, sollecita infatti gli stati membri a “distribuire informazioni trasparenti sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali dei vaccini”.

L’assemblea, sollecita gli stati a “comunicare in modo trasparente i contenuti dei contratti con i produttori di vaccini e renderli pubblicamente disponibili per il controllo parlamentare e pubblico. Un punto, questo sulla poca trasparenza, su cui c’è una forte discussione in Italia e in altri stati Ue.

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