Alluvione Emilia: paratie non funzionanti, legname lasciato nei fiumi e multe per chi lo spostava, opere di contenimento fatte con i muretti o non terminate, così si crea l’emergenza

La denuncia arriva da Paolo Svegli del Comitato Alluvionati Consapevoli, che spiega come sia stato possibile che si sia verificata una nuova alluvione in Emilia Romagna. “Anche se ha smesso di piovere, l’acqua ha provocato danni enormi, sia economici che, in questo caso, anche a vite umane.

Quando il fiume si alza, normalmente ci sono delle paratoie che si chiudono per impedire all’acqua di entrare nel fiume. Il problema è che queste paratoie non hanno funzionato e, di conseguenza, quando il livello del fiume ha raggiunto un certo punto, l’acqua ha cominciato a entrare e la strada adiacente al fiume si è allagata a una velocità impressionante.

Questo non dovrebbe accadere, poiché i cittadini avevano segnalato al comune da oltre nove mesi che le paratoie non funzionavano. Nonostante ciò, queste strutture che avrebbero dovuto chiudersi non si sono chiuse.

Questo dimostra in modo chiaro cosa non è stato fatto e cosa invece avrebbe dovuto essere fatto.

Abbiamo assistito alla vista di un ponte sommerso da legname. E allora uno pensa: “Beh, il fiume ha trascinato giù tutto quel materiale.” No, il fiume ha semplicemente portato a valle ciò che ha trovato lungo il suo percorso. E cosa è successo qui? Dopo il disastro dell’alluvione dell’anno scorso, qualcuno ha capito che lasciare gli alberi in mezzo al fiume non è una buona idea per rallentarne il corso. È solo un modo per far sì che il fiume diventi ancora più gonfio e tracimi, quindi hanno iniziato a tagliare tutti gli alberi. Ma non era necessario tagliarli tutti, bisognava lasciarne qualcuno. Tuttavia, il problema non è se dovevano essere tagliati tutti o meno; il problema è che, dopo aver tagliato questi alberi, li hanno lasciati sul letto del fiume, in uno strato superiore.

Anche qui, i cittadini cosa hanno fatto? Sono andati dal sindaco e hanno chiesto: “Scusate, ma tutti quegli alberi che ci sono là in mezzo, a cosa servono? Quando arriva la piena, verranno sbattuti contro il ponte e l’acqua si spargerà dappertutto.” La risposta dell’amministratore è stata: “Al momento non ci sono i soldi per portarli via.” Ma il commento successivo è stato ancora più delirante: “Però sappi che, il giorno in cui ci sarà l’emergenza, i soldi arriveranno e quindi li porteremo via.” Come se, nel momento in cui inizia a piovere e si capisce che la situazione peggiora, arrivassero improvvisamente i pochi soldi necessari per intervenire. Non stiamo parlando di lavori da milioni di euro, ma di caricare del legname e portarlo via.

Questa è stata la risposta che è stata data, e se non me l’avessero riferita, non ci avrei creduto. Ma queste sono le risposte che otteniamo.

Possiamo parlare di pianificazione territoriale, di cosa è stato fatto negli ultimi 60 anni, di tutto ciò che vogliamo. Ma, intanto, iniziamo a togliere i tronchi che sono stati tagliati e lasciati nel letto dei fiumi, perché sono quelli che ostruiscono il passaggio dell’acqua. La foto che è stata mostrata prima è emblematica.

Come ce la spiegano questa situazione? È il cambiamento climatico la causa, o è l’incapacità di chi avrebbe dovuto eseguire i lavori e invece li ha eseguiti solo in parte?

I danni più gravi non sono stati causati esclusivamente dalla pioggia. Si può dire che, se piove tanto, l’acqua supererà l’argine. Ma se un argine di 10 metri si rompe quando l’acqua raggiunge gli 8 metri, è davvero colpa della pioggia? O è colpa dell’argine che non è stato costruito come si deve?

Non possiamo poi farci belli dicendo: “Quest’anno siamo stati più bravi rispetto alla volta precedente.” Non mi interessa che tu sia bravo a rimuovere l’acqua dalle cantine, mi interessa che tu sia bravo a non farci arrivare l’acqua nelle cantine.

In 16 mesi, questi argini non potevano essere controllati? Non siamo più in grado di costruire argini come una volta? Se i nostri nonni li facevano bene, perché oggi non riusciamo più a farlo? Se gli argini si rompono, la gente muore, e i paesi vengono travolti improvvisamente dai fiumi, che è diverso da un lento allagamento, che comunque non è una bella cosa. In 16 mesi, cosa è stato fatto? Cosa doveva essere fatto? Quali risorse erano disponibili e non sono state utilizzate?

Mi dicono che il problema è il cambiamento climatico e che piove di più, tutto insieme. Sono vent’anni che ci parlano di cambiamento climatico, e cosa è stato fatto in questi vent’anni per adeguare il territorio?

Per concludere, mi dicono che non ci sono i soldi, ma i soldi si trovano sempre quando si tratta di inviare armi da qualche parte. Ecco, allora, smettiamo di raccontarci bugie. Se gli argini si rompono, se la gente muore e se i paesi vengono travolti, ci sono delle responsabilità enormi. Non mi puoi dire che è un problema di soldi o di programmazione; è un problema di mancanza di volontà, di consapevolezza e di responsabilità verso i danni che stavano per essere causati alle persone”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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