Medicina territoriale: riforma partorita da “sprovveduti ed incoscienti”, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani

“Si pensa di centralizzare l’assistenza territoriale e nello stesso tempo di mantenerne la capillarità. Con il numero dei medici in calo costante sarà dura pensare di offrire una soluzione figuriamoci entrambe. Un percorso  di questo tipo può essere stata partorito solo da mal consigliati ,ma comunque allo stesso tempo sprovveduti ed incoscienti.

In sintesi una toppa peggiore del buco”, spiega il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani. 

Alla proposta della dipendenza qualcuno ha pensato bene di rispondere con il debito orario. Senza entrare nella discussione se sia meglio la dipendenza o la convenzione, soluzioni che trovano fautori e detrattori, come si può anche solo pensare di strutturare una attività mista con medici che lavorano nel loro studio come convenzionati e poi vanno a terminare la loro attività in situazioni di paradipendenza ?

Ma veramente qualcuno pensa che allo scoccare della terza ora il medico di medicina generale possa chiudere lo studio mandando a casa i pazienti che eventualmente sono ancora da visitare nello studio stesso e a domicilio?

Ma veramente qualcuno ipotizza che il telefono venga spento allo scoccare del minuto?

Ma davvero qualcuno può immaginare che si possano ancora trovare dei medici sostituti quando oltre allo studio, alle domiciliari, alle ADI ed ADP, alle RSA si chiedesse di sostituire anche nella casa delle comunità e nell’ospedale di comunità?

Ma veramente si pensa di colmare e risolvere con la telemedicina le distanze, la chiusura degli ospedali, la diminuzione dei care giver e la carenza di medici?

Come sta cambiando il lavoro del medico di famiglia?

Lo Snami, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, da anni denuncia un aumento  burocratico insostenibile, una continua diminuzione del numero dei colleghi e una scarsa attenzione del governo e delle regioni alle nostre legittime richieste economiche e soprattutto organizzative.

Siamo stretti da una parte dalle incombenze amministrative, dalle problematiche inerenti la privacy, dai consensi informati e dall’altra dalle lungaggini delle liste di attesa per esami e per consulti che depotenziano e mortificano la nostra professione.

Chiediamo al governo ed alle regioni di fermare la follia del DM 71 e di sedersi ad un tavolo ad ascoltare proposte e  soluzioni diverse da quelle che hanno portato anche solo a pensare che la via intrapresa potesse essere quella corretta”.

Cosa prevede il DM71

IL DM 71 è relativo ai “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, necessario per l’attuazione della misura PNRR M6 – C1- Riforma Reti di prossimità strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.

Secondo il Consiglio di Stato il disegno di riforma delinea “un innovativo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale, condivisibilmente imperniato su un archetipo antropocentrico, che prevede la rimodulazione dei servizi e delle prestazioni offerte affinché siano il più possibile prossimi all’utente raggiungendolo fino al suo domicilio” funzionale a “fornire risposte operativamente efficaci alla necessità, sempre più avvertita, di costruire una rete assistenziale territoriale che sia alternativa all’ospedale e che sia accessibile a tutti, contrastando le disparità “di salute” determinate dai livelli di reddito ovvero dall’area geografica di appartenenza e promuovendo un sistema sanitario sostenibile in grado di erogare cure di qualità”.

Può interessarti anche: La burocrazia inutile soffoca i medici di base. Il sindacato si ribella

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

 

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com