Esposto alla procura della Repubblica per l’alluvione in Emilia. Un consorzio di bonifica ha deviato l’acqua e sovra alluvionato le zone a monte

“Io non ho paura dell’acqua, ho paura del futuro perché so che nessuno mi sta proteggendo, e temo. L’unica cosa che mi piacerebbe accadesse è che, in questa situazione, chi ha delle colpe ne rispondesse”, denuncia Claudio Miccoli del Comitato Custodi del Territorio.

“Io ho firmato un esposto alla Procura della Repubblica di Ravenna per una zona qui di Ravenna dove, oggettivamente, un consorzio di bonifica ha impedito alle acque di defluire da una certa parte, e dovranno spiegare il perché. Hanno chiuso e sovralluvionato le zone di monte, facendole passare da 30-40 centimetri a 2,70 metri di acqua. O noi veniamo messi nelle condizioni di essere sicuri che si facciano le opere che sono state previste, non quelle che andranno fatte, oppure continueremo a subire danni.

Io sono convinto che debba essere completamente cambiato il paradigma con cui, 40 anni fa, si è deciso di affrontare il tema della difesa del suolo. Questo paradigma deve significare fare cose diverse e in più rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi. Che l’ex assessore Priolo dicesse che adesso metteremo tutto a posto è stato prenderci in giro. Prima di tutto, perché non l’hanno fatto. E dove l’hanno fatto, in molti casi, l’hanno fatto male. Io questo lo so perché sono un tecnico e ho diretto quei lavori per tantissimi anni.

Inoltre, c’è anche da dire che hanno continuato a ripetere come un mantra che aveva piovuto troppo, che era una pioggia millenaria, una pioggia che capita ogni 1500 anni. Ormai andavano nei tempi geologici! Visto che sono un geologo, però, so che, 17 mesi dopo, si è verificato lo stesso identico evento. E nell’ottobre di quest’anno si è allagato tutto di nuovo. Non solo si sono distrutte intere zone, ma alcune case sono state completamente spazzate via, altre dimezzate. Solo per miracolo non è morto nessuno, ma il paese è un paese abbandonato, sembra una succursale dell’Ucraina.

E quindi, nel momento in cui c’era consapevolezza che le cose andavano fatte in modo diverso, non si è agito come si doveva.”

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