Alluvione Emilia Romagna: comitato di cittadini chiede risarcimento danni: “Qui c’è gente che ha subito dei danni causati da altra gente che non ha fatto per bene il suo lavoro e a cui va chiesto il conto. Punto”

“Il nostro comitato ha capito una cosa: bisogna cambiare proprio modo di ragionare”, spiega Paolo Svegli del Comitato Alluvionati Consapevoli. “Finché ragioniamo con le elargizioni, finché accettiamo la loro narrazione dell’imponderabile, allora si finisce per chiedere frettolosamente fondi. Però se i fondi che mi devi dare non ci sono, lo capisco perché hai altro da fare. Ecco, no, il nostro comitato dice di no. Il nostro comitato è un comitato che intraprenderà un’azione legale di risarcimento danni, perché questo è il tema. Qui c’è gente che ha subito dei danni causati da altre persone che non hanno svolto correttamente il loro lavoro e a cui va chiesto il conto. Punto. E non è una cosa che faremo: è una cosa che stiamo già facendo. Invito le persone a cominciare a ragionare e a parlare. Il nostro comitato, Alluvionati Consapevoli, lo trovate su Facebook, facilmente.

Se qualcun altro ha avuto danni, cerchiamo di replicare questa azione, eventualmente, con i tempi e i modi del caso, perché ci sono cinque anni prima che questi reati vadano in prescrizione. E sono reati, ragazzi, stiamo subendo reati; solo che, visto che li subiamo dalle istituzioni, sembra che siano cose belle e le chiamiamo ‘gestione dell’imponderabile’. Decidete se volete essere schiavi o se siete cittadini liberi che fanno rispettare i propri diritti. Poi andiamo anche a pulire il fango, ma non confondiamo il pulire il fango con il risolvere il problema. È come mettere un cerotto a uno che viene picchiato tutti i giorni. O risolvi il problema alla radice, oppure è inutile continuare a mettere cerotti, almeno per come la vedo io.

Ognuno vive nel mondo che crede esista. Quindi, se sei davvero convinto che esista Babbo Natale, anche quando ti dicono che non c’è, quando ti arriva il regalino, dici: ‘Vedi che c’è, è vero? È vero.’

Abbiamo spiegato alle persone come funzionano le cose, ma non perché abbiamo parlato con Babbo Natale: funziona così perché l’abbiamo visto ad Amatrice, dove, dopo sette anni, il privato ha ottenuto il 50% del risarcimento e gli avevano promesso altro. Lo abbiamo visto perché ci siamo interfacciati con professionisti di altissimo livello, esperti nazionali di contenzioso ambientale, che ci hanno detto come funzionano le cose. Vi prometteranno un risarcimento al 100%, ma creeranno un meccanismo per cui sarà difficilissimo persino compilare la domanda, con costi onerosi per le perizie, che possono costare svariate migliaia di euro. E la gente si ritroverà a dubitare che otterrà qualcosa, soprattutto se non avrà la residenza o non sarà in regola col catasto.

Prendiamo l’esempio degli agricoltori: se un agricoltore perde mille piante, gli viene offerto un rimborso di 5 euro per pianta. Ma la pianta ne costa 7 e, oltre al costo della pianta stessa, chi coprirà la manodopera per rimuovere le vecchie e piantare le nuove? Chi coprirà il mancato reddito dei tre anni necessari affinché la pianta entri in produzione? Nessuno. Bisogna far capire ai cittadini che continuano a votare coloro che li hanno danneggiati e che si accontentano delle promesse.

I nostri politici non se la sono dormita, erano occupati con feste e eventi, mentre i cittadini venivano abbandonati. Quando il cittadino subisce un danno perché non sono stati fatti i lavori necessari, perché c’è una responsabilità oggettiva, è giusto che venga risarcito e non si accontenti delle elemosine. È tempo di smettere di credere alle favole e di pretendere giustizia.”

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