Regoli passaporto vaccinale: “a livello mondiale non ci sono riusciti, ma in Europa ci siamo portati avanti”, Raffaella Regoli. “Patto d’acciaio tra OMS e Von der Leyen”

“Mentre a livello mondiale non ci sono riusciti, a livello europeo, che vuol dire noi, siamo diventati più realisti del re e ci siamo portati avanti,” denuncia Raffaella Regoli da Rastignano (Bo) nell’incontro-dialogo a due con il dott. Giovanni Frajese, parlando del passaporto vaccinale europeo. “Chiaramente, siccome è previsto che la discussione finirà l’anno prossimo, hanno fatto un test pilota che dura un anno.

Al termine di questo test pilota diranno che il sistema funziona benissimo e quindi vedrete che il passaporto digitale vaccinale entrerà in tutta Europa. Anche perché, purtroppo per noi, nel momento in cui hai una Presidente della Commissione Europea che si permette di fare affari con il socio di suo marito tramite gli SMS, poi viene incriminata prima dalla polizia belga e poi da quella europea. Come risposta a tutto questo, viene rieletta dai nostri politici come rappresentante della Commissione Europea, che significa quella che prende le decisioni, tra l’altro punendo in questo caso l’Italia, come sapete, perché la Meloni si è sfilata poiché non le avevamo dato nessuna posizione. No, non ha truccato palla. Hanno deciso i soliti poligarchi, non l’hanno neppure chiamata nella decisione, che è ancora un paese. Sì, tra l’altro l’Italia sarebbe uno dei paesi fondatori dell’Europa, quindi volendo un atteggiamento di tipo differente potrebbe creare molto disturbo. Però non so se sapete, la Meloni verrà comunque premiata in America come il politico internazionale che ha portato più avanti le politiche americane in questi ultimi, credo, un anno e mezzo. Quindi complimenti, perché probabilmente riesce a farlo senza che ce ne accorgiamo in maniera neanche così marcata.

Quest’Europa ormai decide anche a livello sanitario. Questa sperimentazione in Germania non è altro che un Green Pass globale dell’OMS. Peccato che a giugno del 2023 l’OMS e Von der Leyen abbiano fatto un patto d’acciaio proprio sul Green Pass, per cui noi non aderiamo al Green Pass globale, ma aderiamo a quello europeo. E non solo, stiamo finanziando con un milione e mezzo di euro solo per tenere in piedi la piattaforma, che vedrete cambierà nome, non si chiamerà più Green Pass, comunque è sorveglianza sanitaria. Questo è l’equivalente, la parola giusta sarebbe, no? La stiamo finanziando per un milione e mezzo di euro e nel progetto, leggete bene, si dice che dentro la piattaforma italiana deve uniformarsi a livello tecnologico a quella europea.

E quindi, a casa mia, se si uniforma a quella europea, vuol dire che si uniforma a quella globale e, come vedete, cambiano le parole ma la sostanza non cambia.”

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