Il rumore della guerra, sconosciuto ai nostri governanti …e il tanfo dei cadaveri in mezzo alla gente che tenta di sopravvivere, questa è la guerra, Franco Fracassi

Dal palco della marcia di Assisi, Franco Fracassi lancia una denuncia pesante e reale: “Il problema dei nostri governi è che chi ci governa non ha mai fatto la guerra, non è mai stato in guerra, non ha la più pallida idea di cosa sia la guerra.

È un posto strano, se dovessi definirlo,  molto strano. A me è capitato, per vari motivi, di seguirle tutte dal 1992 a oggi, e non ho mai trovato un luogo dove la guerra è come ce la si aspetti. Una delle cose che sorprende è che, alla fine, la gente deve vivere, ha voglia di vivere. Questa è la cosa incredibile di chi si trova in mezzo a una guerra: la volontà di sopravvivere. La gente deve andare al mercato a fare la spesa, deve mangiare in qualche modo. E allora dov’è la diversità? La diversità è nel rumore della guerra. È un rumore costante, un rumore che non ti si toglie dalle orecchie, che ti entra nel cervello e non se ne va più.

L’ultima guerra a cui ho assistito è stata quella nel Donbass. Quando arrivavi laggiù, il cielo era meraviglioso, sereno, esattamente come adesso, ma si sentivano dei tuoni, dei tuoni… E io ero convinto che prima o poi sarebbero arrivati i lampi o la pioggia. Invece niente. Passavano 30 o 40 secondi e boom! Sentivi che da qualche parte c’era un’esplosione, e da qualche parte c’era qualcuno che saltava. Magari la bomba non cadeva nel nulla, magari cadeva sulla testa di qualcuno. Poteva toccare anche a me.

Il rumore della guerra è il tanfo dei cadaveri che non vengono spostati. A volte non si ha la possibilità, a volte non si ha la voglia. Se sono nemici, magari li si lascia lì perché non gli si vuole dare una sepoltura. Ma il tanfo resta. È come il botto dei cannoni: chi si allontana dalla guerra continua a sentirlo. Io l’ho sentito per mesi nella mia testa, quel botto dei cannoni in continuazione, e il tanfo non se ne va più, ti resta nelle narici.

In guerra tutto costa dieci volte tanto perché non c’è niente. Però, in realtà, le cose ci sono, ma se le vuoi devi pagare. Devi essere ricco per vivere in guerra, veramente ricco, o arrangiarti in qualche modo.

Perché quando c’è guerra, c’è corruzione. In questo momento, i due luoghi più corrotti al mondo sono l’Ucraina e l’Egitto. Sono i luoghi dove, teoricamente, si dovrebbe aiutare i poveracci, invece si sottraggono loro i soldi. In fin dei conti, ci sono i cellulari su TikTok, su Facebook, su Instagram, c’è la modella di qua, ci sono quelli che raccontano le barzellette. Li vedi anche tu e quella diventa la tua speranza. Ma perché loro sì e io no? Anch’io voglio vivere normalmente.

Il rumore della guerra non se ne va più via per tutta la vita ed è qualcosa che nessuno dovrebbe mai vivere. Eppure, chi decide delle nostre vite e dei nostri destini non l’ha mai vissuto, non ne ha idea e probabilmente è così sicuro di sé da sapere che non lo vivrà mai. Ecco, io spero vivamente che quel rumore non lo debba vivere più nessuno, o meglio, che lo vivano tutti quelli che cercano di nasconderlo, che fanno finta di niente e che mi cacciano via.”

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