Il caso di un bimbo inseguito dalla polizia in Germania perché sventola una bandiera palestinese ricorda il fanatismo della seconda guerra mondiale

Ha fatto il giro dei social e in un attimo è diventato virale il video che racconta quanto accaduto in Germania, dove un bambino di 10 anni è stato inseguito e identificato solo perché sventolava una bandiera palestinese.

“La cosa che fa più impressione è che sia avvenuto in Germania, il luogo dove ha proliferato il nazismo, dove sono stati perpetrati orrori e dove la legge è stata piegata e trasformata in una forma di oppressione e alla fine anche di sterminio nei confronti delle minoranze”, commenta Giorgio Bianchi (qui).

Vedere un bambino di dieci anni che corre, inseguito da uomini in divisa che tentano di strappargli dalle mani la bandiera palestinese, fa riflettere. Pensate a un bambino di 10 anni, magari vostro figlio, che sventola una bandiera e si ritrova inseguito dalla polizia. L’unico “reato” che ha commesso è stato quello di sventolare la bandiera palestinese. Non ha insultato i poliziotti, non ha tirato sassi, non ha fatto nulla di male; aveva semplicemente in mano una bandiera.

Un episodio simile era accaduto anche a Roma: una ragazza, durante una manifestazione, aveva sulle spalle una bandiera palestinese ed è stata accerchiata dagli uomini della Digos e identificata. La Germania, inoltre, è lo stesso paese che ha impedito a Varoufakis, il leader di un partito politico, di partecipare a una conferenza sulla Palestina, anche in videoconferenza. Questo ci fa capire che la barbarie è ormai parte integrante della nostra società, permeata di fanatismo. Durante la pandemia, avevamo lanciato l’allarme sulla deriva che stavamo prendendo, sui principi che venivano abbattuti senza reazione alcuna, ed eravamo di fronte a qualcosa che riguardava tutti noi.

Ricordiamo tutti il corridore sulla spiaggia inseguito dai poliziotti, oppure la persona che prendeva il sole tranquillamente e veniva avvicinata dalla polizia. I droni che inseguivano i rider, le persone che facevano sport nei boschi, e l’immagine di quella ragazza che, senza mascherina per strada, è stata accerchiata dai poliziotti. Erano giorni di follia collettiva, fanatismo e isteria, norme completamente scollegate dalla realtà e senza fondamento scientifico, ma applicate con brutalità contro cittadini ignari e inermi che volevano semplicemente ribadire i loro diritti.

Il potere, con la scusa della salute collettiva, non accettava nessuna forma di dissenso o protesta. In questi giorni, abbiamo assistito a un episodio altrettanto folle e fanatico.

“È un bambino. Vigliacchi”, denuncia Uriel Cura (qui). “Mentre lo portano via in otto uomini, il suo volto si contrae nel terrore e nello sgomento. Poteva essere mio figlio, tuo figlio. Lo bloccano, lo terrorizzano, lo caricano su una camionetta. Io non sarò mai dalla vostra parte. Poteva essere mio figlio, tuo figlio. Cosa gli avete fatto? Non sapete cosa avete fatto a quell’anima innocente. Chiudetemi tutto: pagine, profili. Non si può stare in silenzio. Poteva essere mio figlio. È anche mio figlio. Vigliacchi.”

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

Può interessarti anche: “L’ipnosi di massa sta portando al totalitarismo. Svegliatevi! Ribellatevi!”, Vittorio Sgarbi

Può interessarti anche: Il totalitarismo e la psicosi (formazione) di massa: cos’è e come riconoscerla spiegato da Mattias Desmet

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su X: https://x.com/Presskit_

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.

Altri articoli interessanti