Test PCR, usati anche per il Covid, “improponibili per per poter leggere l’informazione genetica”, ingegnere Roberto Serpieri “i report ottenuti sulla base di questo test dovrebbero essere esaminati con un forte dubbio”

“PCR è l’acronimo di Polymerase Chain Reaction, una tecnica che consente di amplificare e leggere sequenze genetiche, ovvero di leggere l’informazione contenuta nel DNA. Nel 2021, insieme al dottor Frank, abbiamo condotto uno studio, pubblicato già all’epoca, intorno al novembre 2021, in forma di preprint e successivamente proposto a diverse riviste.

Cosa mostriamo in questo studio?”, spiega uno degli autori, l’ingegnere Roberto Serpieri. “Non parlerei solo di inaffidabilità della PCR, ma userei il termine ‘improponibilità’. La Polymerase Chain Reaction non può essere utilizzata per leggere l’informazione genetica.

Il nostro studio non riguardava i vaccini; si tratta di una ricerca scientifica, condotta con metodi rigorosi, che esamina la Polymerase Chain Reaction. Io e il dottor Frank abbiamo descritto il contenuto di questo lavoro, che giunge alla conclusione che i metodi diagnostici basati sulla PCR, inclusi quelli utilizzati in ambito forense, dovrebbero essere sottoposti a un attento esame critico. I report ottenuti da questi test dovrebbero essere considerati con forti dubbi. Il nostro studio arriva a una conclusione ancora più forte: abbiamo condotto un’analisi quantitativa della possibilità di mantenere inalterata una sequenza genetica, evidenziando una probabilità di esito positivo prossima a un millesimo, calcolata con metodi ottimistici. In alcuni casi, la probabilità di preservare l’integrità dell’informazione genetica scende a valori di un milionesimo o addirittura più bassi, come 10^-32.

Il risultato principale è l’inattendibilità e l’improponibilità della PCR per separare gli strand del DNA. Anche chi non è specialista sa che il DNA è una molecola a doppio filamento; noi abbiamo dimostrato che con questi metodi non è possibile separare i due filamenti né ricavare informazioni utili a fini diagnostici o forensi.

Per quanto riguarda i test per il Covid, possiamo dire che i metodi diagnostici e di isolamento del virus sono stati proposti in un contesto in cui esiste un ‘leviatano editoriale’. Quando parlo di ‘leviatano’, mi riferisco sia all’animale biblico sia al concetto sviluppato da Hobbes, relativo alla struttura della società e alla legittimazione del potere. Oggi, la scienza e i risultati scientifici sono uno dei fondamenti del potere, e ciò che abbiamo osservato è che, oltre a proporre metodi di sequenziamento del DNA (che per me resta un’ipotesi), vi è stata una dilatazione e distorsione semantica di alcuni termini. Ad esempio, il termine ‘denaturazione’, che originariamente indicava un processo di degrado non deterministico del DNA, ha subito una deformazione semantica. Oggi, chiunque faccia una ricerca su Google o PubMed potrebbe essere indotto a credere che la denaturazione sia un metodo valido per separare in modo ordinato i filamenti del DNA.”

Fonte

Altri articoli interessanti