Cala la capacità di acquisto delle famiglie italiane, inflazione complessiva del biennio ’22-’23 ha raggiunto il 13,8%

L’Italia invece di andare nel benessere va indietro.  I dati Eurostat sul reddito disponibile reale lordo delle famiglie nel 2023 certificano lo tsunami caro-prezzi che si è abbattuto sulle famiglie italiane, e che ha inciso in modo sensibile sulle disponibilità economiche dei cittadini. Lo afferma il Codacons, commentando i numeri sul “Quadro di valutazione sociale”. Secondo i dati Eurostat siamo sei punti al di sotto del livello del 2008.

In termini di reddito, l’Italia dal 2008 ha registrato una performance migliore solo rispetto alla Grecia, il cui reddito lordo disponibile nel 2022 era al 72,1% rispetto a quello del 2008.

Mentre in Ue l’indice medio dei redditi delle famiglie sale nel 2023 a 110,82, in Italia cala a 93,74, oltre sei punti al di sotto dei livelli del 2008 – spiega il Codacons – Rispetto alla media europea, nel nostro Paese il reddito disponibile reale risulta inferiore di oltre 17 punti, a dimostrazione di come le condizioni economiche delle famiglie italiane non godano di ottima salute.

A pesare su tale quadro negativo è ancora una volta il caro-prezzi, con i listini di beni e servizi che tra il 2022 e il 2023 hanno fatto registrate rialzi abnormi, al punto che l’inflazione complessiva del biennio ha raggiunto il 13,8% – denuncia l’associazione – Un vero e proprio tsunami che si è abbattuto sui cittadini colpendo redditi e potere d’acquisto, e di cui ancora oggi le famiglie pagano le conseguenze.

Secondo i dati Eurostat il nostro Paese resta distante dalla Germania, che nel 2023 ha raggiunto il 112,59%, e dalla Francia, che ha superato il livello del 2008 con un valore del 108,75%. La Spagna, invece, rimane ancora al di sotto del livello del 2008, con un valore del 95,85%.

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