“La dichiarazione dello stato di emergenza non avrebbe mai potuto legittimare la deroga e quindi uno stato di eccezione, non è previsto dalla Costituzione”, avv. Di Lorenzo

“La dichiarazione dello stato di emergenza non avrebbe mai potuto legittimare la deroga e quindi uno stato di eccezione, non è previsto dalla Costituzione”. Queste parole, forti e decise, sono dell’avvocato Angelo Di Lorenzo, membro di spicco dell’associazione “Avvocati liberi, United Lawyers for Freedom”. Questa organizzazione di promozione sociale è stata creata con l’obiettivo di resistere, secondo le leggi, alla violazione dei diritti umani fondamentali.

Di Lorenzo spiega come una delle prime denunce penali presentate dall’associazione sia stata rivolta contro i governi Conte e Draghi, accusandoli di esautorazione del Parlamento attraverso la decretazione d’urgenza, i DPCM e il malgoverno del codice della protezione civile. “Una delle prime denunce penali a tutela della personalità dello Stato è stata presentata nei confronti del governo Conte e del governo Draghi con riferimento all’esautorazione del Parlamento attraverso la decretazione d’urgenza, attraverso i DPCM e soprattutto attraverso il malgoverno del codice della protezione civile sulla base del quale poi è stata fatta la dichiarazione dello Stato di emergenza”, ricorda l’avv. Di Lorenzo. Questo codice ha permesso la dichiarazione dello stato di emergenza, una decisione che il Tribunale di Pisa ha dichiarato illegittima, definendola “un abominio da un punto di vista politico e giuridico”.

Secondo Di Lorenzo, la dichiarazione dello stato di emergenza non avrebbe mai potuto legittimare la deroga e quindi uno stato di eccezione. “È stata un’invenzione, come quella del lockdown”, afferma, citando anche le recenti confessioni di Fauci, che  ha ammesso, ha confessato che tutte le misure del periodo lockdown, quindi il distanziamento, le mascherine, sono state una vera e propria invenzione”, basate su invenzioni piuttosto che su dati scientifici.

“Abbiamo vissuto una giungla del diritto, una giungla civile e sociale”, continua Di Lorenzo. “Oggi si potrebbero tirare un po’ le somme su chi riesce a guardarsi allo specchio e provare una soddisfazione almeno con se stessi, per non aver piegato la propria dignità ad un volere che era eterodiretto sostanzialmente. All’epoca mi rendo conto che era molto più difficile per tutta unas erie di problematiche, perché ti tolgono il lavoro,  impediscono ai ragazzi di fare lo sport, la socialità, l’istruzione…. È stato veramente un periodo buio che l’unico mio rammarico è che ancora oggi facciamo fatica a far comprendere perché siamo adesso molto di più, abbiamo un interlocutore, però siamo sempre una minoranza, siamo sempre un gruppo ristretto.

Io, uscendo dal nostro ambito, parlo con persone che non sanno ancora nulla e ancora magari si rifanno alle fax del ministero sulle questioni, sulle domande basilari. È molto difficile, ecco perché anche il lavoro dei media della controinformazione, ma io la intendo in maniera sana, è importante”.

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