Il mito della caverna di Platone diventa digitale, “una storia che non esiste, fatta di ombre proiettate su un muro… non ne usciremo più”, Giovanni Frajese

“Il mito della caverna di Platone sfugge ancora la maggior parte delle persone, ma è solo per dire che questa è una storia vecchia, vecchia come il tempo, vecchia come l’uomo, nel quale a noi, cittadini normali, viene raccontata una storia che non esiste, fatta di ombre proiettate su un muro, mentre la realtà è completamente differente, solamente che non la guardiamo, perché siamo fissati a guardare le immagini, quelle che venivano prima costruite con la narrativa, poi con la televisione, adesso con i social media e tutto il resto”, spiega Giovanni Frajese al convegno Verità e Giustizia di Bassano del Grappa.

“Viviamo in una realtà che è completamente costruita. Se noi non ci rendiamo conto come popolo, e magari da massa, per la prima volta nella nostra storia, diventiamo un popolo e ci rivendichiamo la dignità che ci aspetta, da questa caverna di Platone non ne usciremo mai più perché diventerà digitale e i nostri figli nasceranno col visore intorno agli occhi. Ho parlato di normali e siccome nessuno lo può spiegare meglio dell’ex presidente Draghi, lascio che vi spieghi a voi qual è la realtà del nostro mondo.

Giannelli divide il mondo in due categorie. Ci sono i potenti e ci sono i normali. I potenti sono quelli per cui la realtà è così superiore a loro che la guardano da normale. Gli attori ci sono, sono i potenti, sono i governanti, sono i politici, siamo i banchieri centrali, sono quelli che decidono le sorti del mondo, no? In questo sono attori della recita del potere e Giannelli con le sue caratteristiche smaschera con le sue vignette, con le sue caricature, smaschera la recita del potere. Ma i normali non partecipano a questa recita e non partecipano proprio perché loro guardano questa recita con stupore.

E stupore vuol dire distacco. Quindi, che diceva Andrea Tonto, non tutti gli italiani sono attori, la maggioranza, i normali, non lo sono. Chiaro? Chiudo con Sant’Agostino. Sono tempi cattivi, dicono gli uomini, vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi, quindi bocchiamoci le maniche e facciamo quello che abbiamo fatto in questi anni e continuiamo a farlo”.

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