Appello per le prossime elezioni: “non abbiamo bisogno di leader che fanno il papà, abbiamo bisogno di leader che aiutino a far crescere la gente”, Leonardo Guerra

Leonardo Guerra lancia un appello per le prossime elezioni: “Non accettare gente che fa il papà. Noi non abbiamo bisogno di leader che fanno il papà, abbiamo bisogno di leader che aiuti a far crescere la gente, la faccia diventare indipendente nei giudizi e che li accompagni e crei un processo virtuoso di ricostruzione, perché non siamo veramente nella condizione di poter ricostruire la nostra civiltà che è stata un po’ attaccata negli ultimi 100 anni almeno, però abbiamo l’occasione d’oro di poter ricostruire dei modelli, degli esempi, dei testimoni, dei nuclei di umanità su cui ricostruire la nostra società perché noi ci stiamo giocando la civiltà, perché nel momento in cui questi signori stanno progettando di cancellare l’Homo sapiens sapiens, il cogito ergo sum, va abolito, sentimenti aboliti, libero arbitrio abolito.

Come dice Arari, è chiaro che noi se accettiamo questo tunnel vuol dire che diventiamo la nuova frontiera delle miniere da sfruttare, noi diventiamo materiale di consumo, i nostri segnali elettrici di tutti i tipi, compreso il DNA, stanno diventando nella prospettiva del capitalismo, della sorveglianza, il nuovo Eldorado.

Non possiamo accettare di diventare degli oggetti, dei QR code per essere trasformati in business sulla nostra pelle e non possiamo non promuovere processi di ricostruzione interiore della persona da un punto di vista filosofico, spirituale, psicologico, dotando degli strumenti che gli consentano di giudicare in modo autonomo la persona che si propone a guidare un processo.

Ormai il teatrino della politica è veramente di un livello talmente basso che, voglio dire, come si fa a non capire quello che sta succedendo? Basta guardare la televisione e si capisce. Basta guardare la televisione, basta guardare Sanremo e si capisce che i megafoni si sprecano, dove la propaganda, le esche ideologiche continuano a buttarteli sul tavolo e noi veniamo usati un po’ come dei bambini.

Ma è a noi la scelta di essere dei bambini o essere persone adulte.

E noi dobbiamo riprodurre, ricostruire la possibilità perché una persona adulta scelga fra quello che loro stanno imponendo di tornare ad una regressione antropologica inaccettabile oppure di diventare e tornare ad essere un essere umano compiuto con il mondo dei sentimenti, con un intelletto che lo possa aiutare a vivere una vita degna di questa parola e che aiuti soprattutto i suoi simili a costruire una società che ha una dimensione e il centro sull’umanità e non sul business.  

Serve consapevolezza individuale, avere più persone possibili che sappiano di essere e vogliono diventare consapevoli di quanto gli accade, della propria salute, del proprio stile di vita, che non deleghi ciecamente a chiunque passa per la strada e il primo che urla più forte gli dia il proprio consenso, ma lo valuti per le coerenze, per le capacità, per quello che ha fatto prima e per quello che fa rispetto alle promesse”.

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