“Un Paese che non ha sicurezza nell’approvvigionamento energetico è un Paese morto”, Chicco Testa

“L’Europa si trova in un impasse considerevole per quanto riguarda la costruzione di un mercato europeo dell’energia, che però ha fattori strutturali alle spalle e sono fondamentalmente due. Il primo è che con la guerra russa-ucraina noi abbiamo riscoperto quello che dovrebbe essere il primo comandamento di ogni politica energetica, vale a dire la sicurezza. Le politiche energetiche si fanno per avere energia, possibilmente a basso costo. Un Paese che non ha sicurezza nell’approvvigionamento energetico è un Paese morto”, denuncia Chicco Testa al convegno Verso una nuova Unione dell’energia?

“Il mercato europeo era stato costruito sull’ipotesi di una situazione, se facessimo un paragone con i mercati azionari, di una situazione liquida e stabile. arrivava il gas dalla Russia in grande quantità, non c’erano problemi, il petrolio non costava nulla, eccetera, eccetera, noi dovevamo preoccuparci solo di allocare queste risorse nel modo migliore attraverso la costruzione di un mercato, per quanto imperfetto, ma comunque funzionante.

Allora, una politica può essere ricostruita solo ed esclusivamente se rimettiamo al primo punto, come europei, il tema della sicurezza. Abbiamo fatto una serie di mosse sconsiderate, non vorrei parlare di nucleare, ma nel momento peggiore della crisi energetica i tedeschi decidono di chiudere tre centrali nucleari, che sono una delle poche fonti di produzione energetica, sostituire con che cosa? Loro la sostituiranno con il carbone, perché hanno il carbone in casa, ma i francesi hanno fatto giustamente la scelta opposta, prolungare la vita delle centrali, costruire nuove centrali e la Francia è 1 a 10. La Germania emette 10 volte le emissioni della Francia per produzione di energia elettrica. Quindi questo è il primo tema. Poi su questo si innesta la questione del Green Deal.

Questione molto complessa. Certamente se noi spostiamo tutta l’attenzione sul Green Deal, le altre questioni a cominciare da quello perché il Green Deal, sì, rinnovabili, rinnovabili, rinnovabili, ma come ho detto, le rinnovabili servono a fare energia elettrica sulla percentuale sul totale dell’energia nei prossimi vent’anni, dal 20 al 40, rimane un altro 60 che comunque non sostituire, possiamo fare le pompe di calore, possiamo fare il traffico elettrico, ma di tutto il resto ci resterà comunque sul gobo una grande quantità di energia prodotta con combustibili fossili”.

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