Le istituzioni si accaniscono contro una specializzanda di medicina senza il terzo vaccino Covid. La denuncia dell’avv. Renate Holzeisen

La Provincia Autonoma di Bolzano chiede a un medico specializzando il rimborso della borsa di studio per il periodo di formazione specialistica usufruito, perché il medico si è rifiutata di farsi inoculare una terza dose del cosiddetto “vaccino”-Covid-19!

È questa la “strategia” del nuovo Assessore alla Salute per rendere il Sudtirolo attraente come piazza di formazione professionale e di lavoro per giovani medici?

“Saranno giudicati in base alle loro azioni!”: era quello che avevo detto in occasione dell’elezione del nuovo governo provinciale. E le loro azioni dimostrano che continuano a prendere i cittadini in giro.

Un medico ha aderito ad un programma di specializzazione in neurologia, basato su un accordo tra la Provincia Autonoma di Bolzano e l’Università di Trieste, e ha ottenuto dalla Provincia Autonoma di Bolzano uno stipendio (ai fini del sostentamento) per il periodo in cui ha potuto usufruire della scuola di specializzazione presso l’Università di Trieste, prima che venisse estromessa – senza sua colpa – dal programma di formazione di specializzazione.

A causa delle sopravvenute informazioni su morti e altri gravissimi danni irreversibili (proprio anche di natura neurologica) causati dai cosiddetti “vaccini”-Covid-19, il medico, che aveva già avuto due dosi del cosiddetto “vaccino”-Covid-19,  si è rifiutata di fasi inoculare una terza dose di tale pericolosa sostanza sperimentale su base genica.

La conseguenza era che l’Università di Trieste ha risolto anticipatamente e in via definitiva la formazione specialistica del medico.

Non è stata data al medico neanche la possibilità di proseguire la formazione di specializzazione dopo l’abolizione dell’obbligo di farsi inoculare una sostanza sperimentale per la quale non sono mai stati fatti gli studi per poter escludere la genotossicità, la cancerogenicità e la mutagenicità (modifica del genoma umano) – vedi foglietto illustrativo di Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna. Già solo questo ha arrecato un ingiusto danno al medico.

La natura chiaramente sperimentale di queste sostanze pericolosissime risulta peraltro dai contratti quadro di acquisto stipulati dalla Commissione Europea, dagli stati membri e dai produttori. Vedi qui, p.e. per Comirnaty di Pfizer/BioNTech sotto l’Allegato I punto 4

https://www.rai.it/dl/doc/2021/04/17/1618676600910_APA%20BioNTech%20Pfizer__.pd

 

Ma adesso la Provincia Autonoma di Bolzano, anche sotto il nuovo governo e con il nuovo Assessore alla Salute HUBERT MESSNER, chiede al medico il rimborso della borsa di studio (ca. Euro 27.000.-) ottenuta per il periodo in cui poteva usufruire della formazione specialistica (1 anno), prima che venisse buttata fuori come un cane rognoso.

Un tale obbligo di rimborso, però, è previsto dalla normativa provinciale soltanto per il caso in cui sia il medico specializzando a prendere la decisione di interrompere la formazione di specializzazione, ma non nel caso in cui la formazione viene interrotta definitivamente per volontà di altri, peraltro di stampo totalitario e disumano! Come è avvenuto proprio nel caso del medico.

La Provincia Autonoma di Bolzano vanta, semmai, nei confronti dell’Università di Trieste un diritto per il risarcimento del danno arrecato alla Provincia per aver l’Università interrotto anticipatamente e definitivamente la formazione professionale del medico.

L’operato vergognoso dell’amministrazione provinciale trova anche l’appoggio del nuovo assessore alla salute HUBERT MESSNER, che era tra i destinatari dell’istanza di autotutela per l’annullamento della richiesta di rimborso dell’importo di ca. € 27.000.-

Con il rigetto di tale istanza, i responsabili dell’amministrazione e del governo provinciale si rendono corresponsabili (con il vertice dell’Università di Trieste) di una misura di stampo totalitario e disumano, che certo non sarà utile a rendere il Sudtirolo attraente per nuovi giovani medici!

In più, il nuovo governo della Provincia Autonoma di Bolzano dà conferma che non è minimamente intenzionato a rivedere criticamente le misure imposte nei precedenti quattro anni.

Va ricordato il fatto che durante la cosiddetta pandemia in Svizzera, in Austria e nella maggior parte degli ospedali e cliniche della Germania, i medici potevano lavorare anche senza farsi inoculare queste pericolose sostanze sperimentali!

In considerazione del fatto che escono in continuazione a livello internazionale ulteriori informazioni sui componenti e sui meccanismi di queste sostanze sperimentali, che provocano morti e altri gravi danni irreversibili (così successo anche a studenti di medicina e medici sudtirolesi!), giovani medici che hanno la capacità di informarsi autonomamente e in modo critico, valuteranno bene anche in futuro dove inizieranno la loro formazione specialistica e dove rimarranno a lavorare.

L’operato dell’amministrazione e del governo provinciale viola l’interesse dei cittadini sudtirolesi ad una sanità pubblica, nella quale giovani medici possano porre fiducia senza dover temere di correre il rischio di dover restituire importi, considerevoli per un giovane medico, solo perché giustamente cercano di tutelare la loro salute, la loro vita!

 

Avv./RA DDr. Renate Holzeisen

Abgeordnete zum Südtiroler Landtag – Consigliere della Provincia Autonoma di Bolzano

Presidente di Confederazione Legale per i Diritti dell’Uomo

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

Può interessarti anche: Dottoressa non vaccinata sospesa: alla Corte Costituzionale e quella di giustizia Europea rimessi gli atti

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com