“Nei primi mesi della pandemia ero in Val Seriana, c’erano delle cose che non tornavano”, così è nato La morte negata, il documentario sui danneggiati da vaccino

Paolo Cassina spiega come è nato il progetto sui danneggiati da vaccino, il suo documentario Invisibili. “Durante i primi mesi della pandemia io ero proprio qua in Val Seriana a documentare quello che stava succedendo, lavoravo ancora con la televisione come filmmaker e appunto girato tutta la Val Seriana, ho intervistato tantissimi parenti delle vittime dei deceduti per Covid, ho proprio intervistato persone che mi raccontavano che i loro parenti rimanevano a casa per 15 giorni e non erano curati, su indicazioni del protocollo Tachipirina e vigile attesa.

Ho intervistato una ragazza che aveva perso entrambi i genitori in un giorno, per cui diciamo è già lì che cominciamo a capire che c’erano delle cose che non mi tornavano, perché è un tema veramente che mi sta molto a cuore che mi ha toccato anche nel profondo personalmente.

Io riprenderò questo tema nel nuovo documentario in una maniera un po’ diversa, perché ci sono sempre testimonianze, ma una cosa che sto cercando di fare è fare un mix tra un lavoro emozionale e una vera e propria inchiesta giornalistica, tipo stile report. Visto che il report non la fa, oppure la tocca gli argomenti in modo veramente molto marginale per non fare del male a nessuno, per cui sto cercando di farlo io, che rende sempre complesso il movie, e per cui sto creando tutto questo mix di emozione, parla anche di inchieste, lo sto facendo con l’appoggio di professionisti notevoli, molti li conoscete, sono tre giornaliste veramente molto in gamba, che sono Angela Camuso, Tiziana Alterio e Marianna Canet, ognuna delle quali mi farà un po’ da filoconduttore in ognuna delle tre parti del documentario. E poi ci sono tantissimi grandi medici che avete imparato a conoscere, ad apprezzare, ci sarà il dottor Barbero, il dottor Fraiese, professor Meruzzi che aveva un ruolo veramente molto importante all’interno del documentario e poi tante tante testimonianze inedite di persone normalissime che hanno avuto dei traumi durante il periodo della pandemia per cui non soltanto quindi i protocolli ospedalieri sbagliati ma l’arrivo del Green Pass, la sofferenza delle persone e poi riprenderò con sempre un modo molto più dettagliato il tema delle reazioni avverse, intervistando moltissime persone, tantissimi medici, affronterò un po’ l’argomento delle cure che stanno cominciando ad esserci sul tema delle reazioni avverse, per cui anche un po’ di speranza. Ho intervistato tanti medici, sono stato in lavoro per due giorni da un medico che sta curando gli effetti avversi.

Ci sarà un focus sul professor de Donno, sulla sua personalità, sul suo lavoro e sul boicottaggio che è stato fatto della cura al plasma. Ho intervistato la sorella, è stata un’intervista veramente molto, molto toccante.

E poi sono tornato a Trieste, anche lì a fare una specie di inchiesta per capire veramente cos’è successo durante i fatti del porto.

Volevo provare a fare proprio quello che può essere un lavoro diciamo definitivo. Io spero che non sia definitivo, che se ne facciano altri, altri registi. Però per adesso ci sto provando e spero che il risultato vi possa piacere. E spero di trovarvi qua con qualche idea di tale“.

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