Morti da soli …in base alla motivazione delle precauzioni antipandemiche, la denuncia della Morte Negata

“Con la motivazione delle precauzioni antipandemiche si è impedito ai familiari di essere accanto al proprio caro, di tenergli la mano. Noi ci siamo salutati, sua moglie tornerà tra una settimana a casa e io non l’ho più vista. L’ho perso senza sapere come.

E’ stato un lutto oscuro e profondo. La dottoressa diceva che sarebbe tornato presto a casa …poi il telefono non rispondeva più. Quando siamo riusciti a parlare con qualcuno ci hanno detto che era stato intubato. Ma dalla cartella clinica io scopro che papà effettivamente non aveva una malattia così importante, cioè sono loro che non hanno dato una terapia tempestiva al mio papà.

È venuta fuori la invenzione delle linee guida, se tu fai così, così e così, ma il paziente muore, non fa niente se tu non rispondi.

L’ho ripetuto molte, molte volte fino allo sfinimento questa cosa. Non voglio, non voglio essere assolutamente ricoverata. Anche se voi non volete, noi la ricoveriamo lo stesso. Qui non c’è nessuno, neanche il campanello personale. Ti supplico, chiama la polizia. E vedo che gli prendono il cellulare e lì attaccano. Io da quel giorno con Enzo non ci parlerò più. Perché hanno cancellato tutto dal telefono di mio padre? Cosa è successo allora in quell’ospedale?”.

Queste alcune delle drammatiche testimonianze della Morte Negata, il docufilm che si sta proiettando in Italia fuori dalle sale dei circuiti cinematografici…, che entra nel cuore, nel vissuto delle persone.

Per non dimenticare.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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