“Non è andato tutto bene”, cosa è successo nelle terapie intensive, green pass, morti, nel documentario di Paolo Cassina

“Non è stato facile assolutamente girare questo documentario, perché già con Invisibili era stato per me molto emozionante e anche difficile a fratte perché comunque vai a parlare di storie veramente molto di sofferenza. e non è semplice, manca acquisire la fiducia delle persone che devono fidarsi di te. Questa volta è stato ancora peggio perché chiaramente le tematiche sono talmente tante”, racconta il regista di Non è andato tutto bene, Paolo Cassina.

Oltre alle testimonianze dei professionisti ci saranno tantissime testimonianze di persone, diciamo le normali, che sono state colpite dalla pandemia, perché ho testimonianze appunto di persone che hanno perso i propri cari negli ospedali, una testimonianza incredibile di un sopravvissuto della terapia intensiva, che veramente è una cosa da non credere, e poi chiaramente ci sono le persone colpite da effetti avversi e le persone colpite dal Green Pass, per cui quelli che comunque hanno dovuto soffrire di prima persona, perdere il lavoro, oppure dover sopportare l’anghiera ai propri figli.

Per cui non è stato facile, però penso che qualcuno dovesse farlo, perché comunque visto chiaramente che nessuno lo fa, né Mediaset né Rai né Sky né qualunque altra entità del mainstream, penso che abbia voglia assolutamente di fare luce su quello che è successo durante questa psicopandemia, mi sono sentito abbastanza diciamo in dovere di farlo, anche perché io questa pandemia l’ho vissuta appunto in più vesti.

Io nei primi mesi della pandemia ero proprio a Bergamo, ero in Bassa Ariana, lavoravo per questo programma televisivo piuttosto importante e ho intervistato proprio i parenti dei deceduti negli ospedali, ho intervistato le persone appunto che venivano lasciate per dieci, quindici giorni a casa senza la minima cura, non venivano richiamate, poi si aggravavano.

Ho intervistato un ragazzo in cui sono morti entrambi i genitori in due giorni, appena in due giorni.

Veramente tanta tanta sofferenza e per cui secondo me qualcuno doveva fare questo lavoro. Ecco, comunque tirare un po’ le fila.

Io spero che qualcun altro lo faccia ulteriormente, cioè spero che ci saranno altri lavori di questo genere, che non basti soltanto il mio, il nostro, il mio di Playmaster Movie. Però, in senso, tanta sofferenza, però anche un lavoro che mi sta dando parecchia soddisfazione, perché comunque penso che sia una cosa che andasse fatta e di cui il Paese abbia bisogno. Ecco, perché comunque abbiamo visto in questi anni tantissimi contenuti su tutti i nostri canali social, su Telegram, su YouTube, tanta tanta roba, migliaia e migliaia di di ore di diretta, di streaming, però penso che andasse fatto un punto riassuntivo soprattutto per quelle persone a cui non sono ancora chiare le cose, perché come è andata veramente la storia.

Io questo lavoro l’ho fatto soprattutto per loro, per cui comunque già con Invisibili c’è stato un avvicinamento di molte persone che sono venute alle proiezioni e hanno un po’ capito come era quello che era stato loro raccontato, quello che di sbagliato era stato loro raccontato e spero che con questo documentario, anche vista la presenza dei giornalisti, di tante personalità conosciute, ci sia ancora di più questo avvicinamento e il mio invito che do è quello di invitare più persone possibile alle proiezioni che ancora hanno qualche dubbio diciamo su come realmente sia andata la cosa. Questo veramente è quello che mi auguro e dico solo un’informazione di servizio che non ho detto prima per chi volesse prenotare le proiezioni basta andare su playmastermovie.com e abbiamo fatto un forum dove si può scegliere la città della proiezione e in questo modo mettersi in contatto direttamente con gli organizzatori diciamo mandando un messaggio, una prenotazione.

Detto ciò, che dire, vi invito comunque a venire perché secondo me ne vale la pena. Penso che sia il lavoro più grosso che abbia mai fatto e che farò mai nella mia vita, perché comunque la motivazione che mi ha spinto è stata veramente forte e penso che questa cosa poi verrà fuori nel documentario”.

Fonte

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