Le rivendicazioni degli agricoltori in piazza …nel silenzio assordante delle associazioni di categoria

Che cosa chiedono gli agricoltori in piazza? La possibilità di lavorare e di mantenere loro e le loro famiglie con i prodotti dei loro campi. Ma l’Europa e e non soli li pagano per lasciare i terreni incolti. Siamo scesi in strada uniti “Tutti in campo con il tricolore, senza sigle sindacali, contro la concorrenza straniera, il caro gasolio, e i diktat dell’Europa che stanno uccidendo, il Made in Italy. Noi siamo il Made in Italy, noi siamo capaci di produrre. Basta Europa che ci imponga leggi che non contano assolutamente niente”.

“È vero che non vi vogliono far produrre grano? Certo, certo, perché noi inquiniamo”, denunciano gli agricoltori a Fuori dal Coro. “Ci impongono di coltivare un anno sì e un anno no. Chi accetta questa cosa? Prende un contributo, un reddito da 500 a 1.500 euro l’anno per non produrre

Ci hanno fatto comprare il trattore euro 6. Quanto l’hai pagato? 70.000 euro! E adesso mi dicono, no, non devi coltivare, ti do 1.500 euro all’anno. E questo… no, no. Non sono più padrone della mia terra, ma sono loro i padroni della mia terra. Totalmente bloccata, totalmente! Ci stanno dando 1500 euro ettero per il seminativo per lasciarlo incolto, perché dobbiamo agevolare l’importazione degli agrumi. Ma di cosa stiamo parlando qua? Cos’è sta comunità europea? Chi la gestisce è la comunità europea. Cioè il popolo italiano si deve mettere in ginocchio perché dobbiamo agevolare l’importazione e chi l’ha detta sta cosa?

E per non parlare di come vengono pagati gli agricoltori per i loro raccolti e di quanto pagano gli stessi prodotti gli agricoltori: “qui si dà un po’ l’idea della questione dei prezzi Nella Golden Verona il produttore viene pagato a 0,28 euro al chilo e poi arriva il consumatore a 2,10 Il prodotto a materia prima costa 1 e ai mercati viene venduto a 10. Bisogna sapere anche perché tutta questa differenza. Questa speculazione”.

… e poi ci dino che sono “buone le cavallette, questo è una vergogna e bisogna finirla.

Non ci fermeremo”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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