Trento è scesa in piazza contro il progetto delle smart city e il controllo, non solo delle auto, ma anche delle persone con le telecamere. “Non desideriamo né la sorveglianza né il controllo. Tutto questo per noi è una farsa narrativa che nulla censa con l’esigenza di noi cittadini e con i nostri diritti legati alla libertà”, hanno detto dal palco gli organizzatori.
“E’ una questione molto delicata. E a proposito delle videocamere a riconoscimento facciale, qui a Trento usano il sistema più raffinato che ci sia al momento. Il margine di errore è dello 0,7 di false allarme, sono 119 mila, pari alla popolazione residente della città di Trento.
Non scambiamo la comodità per la privazione dei nostri diritti, perché in tutte le tecnologie digitali si portano qualsiasi sistema di sorveglianza.
Provate a comprare un dataset di Team Analytics o di Vodafone Analytics. Trovate tutti i tracciamenti dii tutti. E le Smart Control Room si basano su questi dati. A Venezia si hanno controllati istante per istante. Quindi ogni telefonino è una traccia, è una presenza in città.
Dopo anni di violenze, di segregazione, di soprusi, al posto che avvilirsi ciò che abbiamo subito ci dà la forza e la consapevolezza di voler continuare a lottare. A lottare per un presente e un futuro diverso, non controllato dalle oligarchie che in questo momento ci spiacciano e ci reprimono.
un tema sicuramente difficile, quello delle smart cities. È la nuova rivoluzione industriale, dove i servizi, prodotti, proposti messi sul mercato delle grandi aziende a tech vengono pagati in dati personali invece che in denaro. E i dati personali sono i nostri, e loro con i nostri dati personali ci costruiscono un mercato, ci guadagnano. Peccato che siano poche le aziende, peccato che un cittadino si sveglia alle 5 del mattino per lavorare…”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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