Multe per divieto di circolazione auto inquinanti: cosa fare. Ci sono principi di illegittimità, avv. Fusillo

Cosa fare se si prende una multa perché si è circolato quando un decreto lo vieta? Risponde l’avv. Fusillo.

“Sicuramente esiste una soluzione logica, cioè quella di aspettare la multa, impugnare la multa davanti al giudice di pace, il provvedimento della Regione Piemonte ha dei profili evidenti di legittimità, già così se ne possono accennare due.

  • Il primo è che impedire la circolazione alle persone incide sulla possibilità di lavorare, di garantirsi un’esistenza, parliamo dell’Italia dove i mezzi di trasporto pubblici non funzionano, non garantiscono la possibilità di andare magari sul posto di lavoro quindi c’è sicuramente un profilo di stato di necessità che si può far valere.
  • L’altro aspetto è la violazione dell’articolo 16 della Costituzione che consente di muoversi all’interno del territorio della Repubblica, come al solito è scritto male l’articolo 16 della Costituzione perché non specifica che ci si può muovere con qualsiasi mezzo e quindi questa sarà la scappatoia che cercheranno di illustrare però sicuramente c’è un profilo di incostituzionalità.

Sottolineo ancora una volta che la modifica assurda che è stata inserita nella Costituzione della tutela dell’ambiente non prevale sul diritto alla circolazione all’interno del territorio della Repubblica.

In realtà il diritto alla libera circolazione, il diritto a spostarsi è uno dei diritti fondamentali, è una delle libertà fondamentali che va ben al di là delle cretinate dell’ambiente, tanto più che l’ambiente non significa niente.

Per esempio se uno fosse preoccupato per l’ambiente non avrebbe imposto le mascherine alla gente nel corso di questi tre anni, mascherine che sono degli oggetti altamente inquinanti che non vengono nemmeno smaltiti, sono state buttate così dovunque è robaccia, altamente inquinante altro che la panda del nonno.

Parliamo di cose assolutamente gravissime e quindi è evidente che si tratta di un inserimento in costituzione di una supercazzola, non c’è altro modo per definirlo, che deve servire per giustificare queste forchegge.

Sicuramente le multe si possono impugnare, si può andare avanti, c’è una questione molto interessante che è quella del vincolo della continuazione.

Nel diritto penale così come nel diritto amministrativo esiste il principio della continuazione degli illeciti, cioè più condotte che violano la stessa disposizione sono punibili in modo più grave, cioè con un aumento della sanzione, ma non sono punibili come ogni singola sanzione.

Quindi se io devo utilizzare la macchina, non altro mezzo, perché devo andare a lavorare e ogni giorno mi becco una multa, posso tranquillamente dire sì, ma questo è avvenuto nell’ambito della stessa condotta, cioè io devo andare a lavorare tutti i giorni, se no mi licenziano e quindi la violazione è determinata da un’unità di condotta, il che determina l’applicazione della sanzione più grave ma non 25 multe al mese come potrebbe essere il timore.

L’altro tema è che qui bisogna attuare una resistenza di tipo sistematico quindi parliamo di autoveicoli vecchi, quindi rispetto ai quali la possibilità che si faccia un fermo amministrativo è molto bassa perché il fermo costa all’amministrazione molto di più di quello che possono recuperare con questi automobili vecchie e quindi una delle soluzioni potrebbe di resistere, però di rendersi incapienti, cioè se l’automobile è intestata a una persona che non ha nessun’altra proprietà e che quindi non ha nessun tipo di rischio dal punto di vista di un’eventuale riscossione dei denari derivanti dalle multe, allora è chiaro che le multe cadono nel vuoto, cioè se c’è una persona alla quale è intestata la macchina, che non è proprietaria di nulla se non della macchina e prende anche 100 multe, queste 100 multe l’amministrazione non è in grado di farci assolutamente niente.

E poi l’altro tema che speriamo finalmente cada su terreno fertile è quello di unirsi nel violare queste disposizioni perché qual è il problema?

Che gli italiani obbediscono sempre, quindi arriva un poveraccio che fa il presidente della regione perché sicuramente non aveva niente di meglio da fare nella vita e insieme ai suoi accoliti del Consiglio regionale adotta una normativa di questo genere, la reazione dovrebbe essere quella di disinteressarsi, cioè tutti quelli che hanno le automobili Euro 5, 4, 3, 0, meno 20, non mi interessa, dovrebbero disinteressarsi di queste disposizioni e continuare a circolare come se nulla fosse.

Ci sono le telecamere, ci sono i vigili urbani, ci sono le multe, è una cosa che non è gestibile e comunque se c’è una sistematica violazione di queste disposizioni da parte di tutti, se una volta nella vita gli italiani si rendono conto che l’unica cosa che si può fare è disobbedire a queste norme, allora ci può essere qualche speranza. Parliamo di centinaia di migliaia di veicoli di questo genere e quindi ci sarebbe la possibilità di ribellarsi in modo abbastanza forte. Per esempio una delle cose che si potrebbe fare è quando entra in vigore questa normativa demenziale tutti i proprietari di questi automobili potrebbero tutti insieme entrare a Torino, ci sarebbe un po’ di traffico, sì certo, ma se tanti entrano a Torino con tante macchine c’è un po’ di traffico ma voglio vedere se riescono a bloccare questa cosa. Bisogna svegliarsi e bisogna rendersi conto che non è più accettabile quello che sta succedendo, non possiamo più farci prendere in giro in questo modo.

Ecco tra l’altro abbiamo fatto vedere anche prima che sono gli stessi commercianti che parlano di vero e proprio lockdown. Ora è chiaro che i commercianti si arrabbiano perché va a toccare, magari se questo provvedimento non toccava la loro categoria magari non avrebbero protestato, però sono loro stessi che dicono è un lockdown ambientale.

Ci stiamo avvicinando a quello che l’avevamo sempre più o meno paventato, cioè che non è detto che la prossima limitazione avrebbe avuto a che fare appunto con qualcosa di sanitario, ma anzi era probabile, lo dicevamo insomma da un anno e mezzo o due, che la prossima limitazione riguarderà proprio il tema dell’ambiente, quindi anche i commercianti hanno fatto uno più uno, cioè che più o meno negli effetti sembrerà una specie di lockdown, che questa volta non colpisce l’uscita o no di casa, colpisce il fatto che non puoi prendere il tuo mezzo sul quale tra l’altro hai pagato anche il bollo e non puoi appunto andare dove vuoi e anche poi questa storia della scatola nera che tramite l’app tu puoi guardare quanti chilometri ti rimangono anche questo è piuttosto agghiacciante.

La distopia che si sta manifestando passo passo sempre di più. Hanno ragione i commercianti però mi piacerebbe chiedere ai commercianti che stanno dicendo queste cose se negli anni passati chiedevano il green pass ai loro clienti o se loro stessi si sono muniti del green pass perché è la stessa cosa, questa scatola nera è il green pass per gli automobili, quindi è importante che anche queste persone si rendano conto che tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi tre anni, in realtà anche prima, non è altro che la continuazione dello stesso disegno criminale di distruzione della vita, soprattutto delle persone normali, del ceto medio.

È evidentemente così, cioè si tratta di un modo per attuare il lockdown con altri mezzi, quindi questo è chiaro. Vedevo uno degli ascoltatori che sta parlando del bollo, certo una delle questioni che si potrebbero sollevare a questo punto siccome è vietato utilizzare queste macchine, i proprietari potrebbero cercare di farsi restituire i soldi del bollo, perché possedere un veicolo che non può circolare evidentemente è una cosa che rende l’importante è cercare di far capire alla gente che è tutto all’interno dello stesso disegno, della stessa strategia, il Green Pass, i pasticcini, il lockdown, adesso queste nuove forme di lockdown che stanno uscendo fuori, un’agenda, chiamiamola così, di un progetto distopico al centro del quale c’è l’eliminazione soprattutto della proprietà privata, proprietà privata che è anzitutto quella del proprio corpo, ognuno di noi è proprietario del suo corpo ed è libero di decidere che cosa accade con il suo corpo senza che nessuno possa metterci bocca e poi ognuno è proprietario di ciò che ha acquisito con il suo lavoro, con lo scambio, con i contratti e quant’altro e quindi impedirmi in questo modo l’utilizzazione di un’automobile evidentemente è un attacco alla proprietà privata e questo poi è il contenuto fondamentale di queste norme”.

Qui trovate l’intervista integrale all’avv. Fusillo (https://www.youtube.com/watch?v=iWIUdvOvsPc)

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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