“Nell’agosto del 2011 a Verona, con una cerimonia ufficiale, uno spazio di verde pubblico è stato intitolato a Marco e Andrea TREMANTE, due fratelli deceduti a causa di una vaccinazione obbligatoria”, ricorda Antonietta Veneziano di Avvocati Liberi.
“Allora il vaccino fu quello contro la poliomielite, il Sabin, reso obbligatorio con Legge n. 51/1966.
Nella famiglia Tremante quel vaccino fece tre vittime: Marco morí nel 1971, a sei anni; Andrea morí nel 1980, a soli quattro anni, e il suo gemello Alberto, dopo le gravi reazioni avverse subite, sopravvive su una sedia a rotelle ed attaccato ad un respiratore.
Una famiglia devastata dall’imposizione legislativa di un farmaco, una delle tante.
Solo dopo molti anni fu accertata la correlazione tra gli eventi avversi subiti dai fratelli Tremante e il vaccino Sabin, che nel frattempo fu abbandonato perché potenzialmente pericoloso.
Il padre, Giorgio, è stato in prima linea nella battaglia contro tutte le vaccinazioni obbligatorie.
Perché i suoi figli non erano numeri!
I suoi figli non erano cittadini sacrificabili sull’altare dell’interesse collettivo.
Erano giovani vite spezzate a causa di leggi ingiuste.
Quante vite dovranno ancora essere immolate, quante piazze o strade intitolate, affinché si comprenda che una legge che non rispetta la dignità umana, e impone di accettare il rischio di lesioni dell’integrità fisica non potrà mai essere considerata giusta?
Il diritto all’ inviolabilità del corpo e all’autodeterminazione terapeutica non ammette alcuna “scelta tragica”, ma solo la SCELTA LIBERA.
Il cammino è tracciato, indietro non si torna”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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