Il rispetto invalicabile della persona umana deve venire prima del discorso scientifico-sanitario

“Recenti rivelazioni mediatiche hanno dimostrato che il carattere sperimentale e la pericolosità dei vaccini anti-COVID-19, unitamente alla loro incapacità di fermare il contagio, erano fatti noti alle istituzioni politiche e scientifico-sanitarie ben prima di condurre i cittadini a ripetuti inoculi con obblighi e veri e propri ricatti. Queste notizie e il silenzio delle istituzioni sono gravissimi e vanno condannati con la massima severità.
Altrettanto grave è, però, il rischio che il dibattito pubblico si areni sulle questioni tecnico scientifiche e sanitarie, limitandosi a discutere, ad esempio, se gli effetti avversi siano più o meno correlabili, se il vaccino contenga questo o quell’adiuvante, su chi debba essere risarcito e chi sanzionato. Questi temi sono tutti della massima importanza, sia chiaro, soprattutto per le gravi conseguenze che si stanno registrando sulla salute delle persone e, si spera, per evitare che ciò possa ripetersi.
Tuttavia, limitare l’attenzione a questi aspetti può far passare in secondo piano l’interezza dell’operazione a carattere totalitario all’interno della quale sono stati violati numerosi principi etici e giuridici, anche sanciti dalla nostra Costituzione, fra cui quelli del rispetto della persona umana e dell’autodeterminazione, di cui la libertà di scelta delle cure mediche è tra i più importanti, ma non l’unico. Il problema del COVID-19, delle misure di contenimento del contagio, dei vaccini e dei loro effetti avversi, osservato in una prospettiva più ampia, appare essere il sintomo macroscopico di una “patologia” del corpo politico e sociale ben più profonda, che minaccia alle fondamenta il patto di fiducia tra società civile e istituzioni.
La pandemia ha evidenziato come il potere politico-economico nazionale e transnazionale, espressione di un capitalismo globalista che procede indisturbato nello sfruttamento senza scrupoli dell’esistente, sia sempre più insofferente a qualsiasi vincolo di natura etica, politica e giuridica. Il processo di trasformazione totale e radicale delle società e delle forme di vita individuali e sociali, che ha trovato nella vicenda pandemica una «…opportunità per ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo», come è stato detto apertamente da Klaus Schwab, avanza rapido e a tappe obbligate, seguendo i dettami dell’Agenda 2030 dell’ONU. In tale operazione, è evidente, non è possibile ammettere il rispetto della persona umana nei suoi presupposti e nelle sue prerogative. Si palesa chiaramente una ridefinizione dello statuto antropologico dell’umano verso una, forse, già avvenuta trans-umanità e una imminente post-umanità.
È in considerazione di questo più ampio e profondo processo trasformativo in atto che occorre quindi vigilare ed evitare di rimanere confinati nel recinto del discorso scientifico, tecnico e medico-sanitario intorno alla vicenda pandemica. Le gravissime implicazioni della cessione della sovranità sul proprio corpo sono parte fondamentale dell’operazione in atto, ma esse richiamano anche a una riflessione critica sui più generali scenari sociali, politici, economici e culturali coinvolti”.

 

Associazione CoScienze Critiche

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Per non dimenticare: L’Oms vuole al posto del “rispetto dei diritti umani” principi di “equità, inclusività e coerenza”

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