Se ce ne fosse ancora bisogno, il fatto che dopo l’annuncio di centinaia di migliaia di licenziamenti da parte delle grandi industrie tecnologiche, siano saliti i loro titoli in borsa, dimostra ancora una volta quando la finanza sia distante non solo dalla vita reale, ma anche dalla realtà industriale. Una logica estranea alle piccole e medie imprese, che tanto la finanza sta combattendo, quelle legate all’economia reale.
Spotify, Alphabet e Meta salgono in Borsa dopo aver annunciato i licenziamenti di massa.
L’analista di Wedbush Daniel Ives ha spiegato che i tagli ai dipendenti nel settore tecnologico sono “il primo grande passo” verso la stabilizzazione dei titoli in seguito alle recenti difficoltà e ne prevede una crescita del 20% nel 2023.
- Le azioni di Meta sono cresciute circa del 50% da quando la società ha annunciato che avrebbe tagliato più di 11mila posti di lavoro
- Spotify ha visto aumentare del 5% lunedì le sue azioni dopo l’annuncio del licenziamento di 600 laboratori, il 6% dei posti di lavoro. Il ceo, Daniel Ek, ha affermato che il taglio della forza lavoro serve per controllare i costi “in un contesto economico difficile”.
- Wayfair ha visto un aumento del +20%, dopo che l’azienda ha annunciato un taglio di circa 1.750 dipendenti (10% della sua forza lavoro globale), “per essere più agili” mentre le vendite diminuiscono, ha affermato il ceo, Niraj Shah.
- Alphabet a seguito della decisione di licenziare 12mila persone ha visto salire le sue azioni di oltre il 5%. Il ceo, Sundar Pichai, ha detto ai dipendenti che l’azienda ha speso troppo dopo “la crescita drammatica” durante la pandemia e che gli assunti erano stati inseriti “per una realtà economica diversa da quella di oggi”.
Si teme che questa tendenza sia solo l’inizio e che le grandi industrie quotate in borsa licenzieranno, per contenere i costi, con il gradito effetti di far salire i loro titoli in borsa.
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