Scende la vendita di alimentari a Novembre e salgono i prezzi. L’Istat fotografa la crisi

L’Istat fotografa la crisi in atto in Italia. Le famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, con i prezzi che aumentano si compra meno, anche e soprattutto cibo.

“Anche i dati di novembre diffusi oggi dall’Istat attestano il paradosso assurdo che si registra su fronte del commercio, con gli italiani che spendono di più per acquistare meno”. Lo afferma il Codacons, commentando i numeri sulle vendite al dettaglio.

“A novembre si registra un crollo verticale per i beni alimentari, le cui vendite in volume scendono del -6,3% su anno; nonostante la minore quantità di beni acquistati, tuttavia, le famiglie hanno speso il 6,6% in più, a causa del fortissimo aumento dei prezzi nel comparto di cibi e bevande” – denuncia il presidente Carlo Rienzi.

Al netto dell’inflazione, a novembre le vendite al dettaglio sono diminuite in volume del 3,6%, equivalente ad una minore spesa pari -1.053 euro annui a famiglia, -27,1 miliardi di euro considerata la totalità delle famiglie residenti in Italia – analizza il Codacons – Una situazione pericolosissima destinata purtroppo a peggiorare nelle prossime settimane, quando sui prezzi al dettaglio si faranno sentire gli effetti del caro-benzina e il rialzo delle accise sui carburanti.

Ecco i dati dell’Istat in pillole:

  • A novembre 2022 si stima un aumento congiunturale per le vendite al dettaglio (+0,8% in valore e +0,4% in volume). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,6%) e restano stazionarie in volume mentre quelle dei beni non alimentari registrano una variazione positiva in valore e in volume (rispettivamente +1,0% e +0,7%).
  • Neltrimestre settembre-novembre 2022, in termini congiunturali, le vendite al dettagliocrescono in valore (+0,8%) e calano in volume (-1,4%). Le vendite dei beni alimentari sono in aumento in valore (+1,0%) e diminuiscono in volume (-2,3%) così come quelle dei beni non alimentari (+0,7% in valore e -0,5% in volume).
  • Su base tendenziale, a novembre 2022, le vendite al dettaglio aumentano del 4,4% in valore e registrano un calo in volume (-3,6%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+6,6%) e diminuiscono in volume (-6,3%). Anche per le vendite dei beni non alimentari si registra un aumento in valore e una diminuzione in volume (rispettivamente +2,9% e -1,8%).
  • Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali postive per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2,3%). L’aumento maggiore riguarda Prodotti di profumeria, cura della persona (+7,6%).
  • Rispetto a novembre 2021,il valore delle vendite al dettaglio è in crescita,seppure in maniera differenziata, per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+7,0%) le imprese operanti su piccole superfici (+1,8%), le vendite al di fuori dei negozi (+1,2%) e il commercio elettronico (+4,7%).

“Il modesto incremento congiunturale dei volumi acquistati non attenua la portata negativa del profilo delle vendite al dettaglio. Nei primi undici mesi dell’anno, al netto della variazione dei prezzi, le vendite sono risultate sostanzialmente ferme rispetto allo stesso periodo del 2021, evidenziando una contrazione significativa degli acquisti di alimentari e difficoltà di recuperare i volumi del 2019 in molti comparti”, questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio.

“È sempre più evidente, infatti – prosegue la nota – come le perdite di reddito e l’erosione del risparmio accumulato generate dall’inflazione costringano le famiglie a comportamenti selettivi nei confronti dei consumi. La riallocazione della spesa per adesso ha interessato principalmente i beni, ma l’espansione del costo dei consumi obbligati potrebbe presto interessare anche l’ambito dei servizi.

Forse la recessione mite potrebbe essere evitata, non il forte rallentamento dell’attività economica, innescato proprio dalla frenata dei consumi, come testimoniato dalle variazioni tendenziali del mese di novembre per le varie formule distributive: riguadagna terreno l’e-commerce, soffrono i piccoli negozi e, nell’ambito della grande distribuzione, corrono i discount, una configurazione non nuova per l’Italia della crescita allo “zero virgola” che si vorrebbe archiviare con le riforme e gli investimenti del PNRR. Una sfida resa più difficile proprio dall’elevata inflazione”.

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