Se le imprese chiudono, l’Italia muore …ma ci sarà abbastanza gas per le famiglie

“Se le imprese chiudono, l’Italia muore. L’Europa non può essere sorda alle nostre richieste”, l’allarme è lanciato dal Presidente di Assolombarda, certo, si può dire, che dato che le imprese sono tra i maggiori consumatori di gas, le scorte per l’inverno saranno sufficienti.

La realtà è oramai sotto gli occhi di tutti e la propaganda politica si sta trasformo in critica. La gente vede le restrizioni gli aumenti e inizia almeno ad essere scettica ed ad analizzare quello che dicono i politici.

“Cingolani che, “con quella faccia un po’ così”, se ne esce dichiarando che “per l’inverno siamo coperti” pochi giorni dopo l’annuncio relativo alla contrazione del consumo medio di gas dell’ordine del 20,8% tra agosto e settembre. Non uno straccio di giornalista che metta in relazione le cose e gliene chieda conto. E che magari si spinga a fargli notare, con un minimo di sano sarcasmo, che qualora le imprese continuino ad arrestare la produzione al ritmo attuale, ci ritroveremmo addirittura in una botte di ferro. Troppo impegnati a riposizionare la lingua in prossimità delle natiche dei nuovi ministri, evidentemente”, commenta la situazione italiana Giacomo Gabellini.

Nel frattempo mentre si parla per protrarre il più a lungo possibile i tempi di un intervento sui costi delle bollette, l’Italia non solo si sta deindustrializzando, ma si sta anche desertificando economicamente. Sono sempre di più negozi che chiudono. Bar, panettieri, ristoranti, e tanti, tanti altri, che non reggono più i costi dell’energia e il calo di fatturato derivante dai meno soldi che le famiglie si ritrovano in tasca dopo aver pagato le bollette.

“Le imprese chiudono, l’Italia muore e l’Europa non può essere sorda”, lancia l’allarme il residente di Assolombarda. Oggi il problema del gas riguarda specialmente i prezzi gonfiati, per questo chiediamo all’Unione Europea di affrontare queste speculazioni incontrollate con misure decise e unitarie. Chiediamo, insomma, coerenza anche nelle risposte alle conseguenze che derivano dalle sanzioni, che abbiamo condiviso perché la libertà continuerà a valere più di ogni cosa”.

Ora che le imprese andranno ad affrontare alcuni mesi estremamente complicati per la tenuta del sistema produttivo, forte è l’impegno affinché le voci delle imprese del territorio vengano ascoltate, “anche perché le nostre aziende continuano a rappresentare un vero e proprio traino per l’intero Paese. Nella prima metà del 2022, appunto, l’economia lombarda ha mostrato una resistenza straordinaria: dopo un primo trimestre estremamente positivo, il secondo si è chiuso con dati ancor più sorprendenti, nonostante i forti fattori avversi. Il manifatturiero, per esempio, ha accelerato oltre ogni attesa tra aprile e giugno scorso, ben più della media italiana e dei principali paesi europei. Lo slancio positivo si evidenzia anche sui mercati internazionali, con le esportazioni lombarde che nel secondo trimestre del 2022 crescono ben del +20,7% rispetto allo stesso”. Numeri che testimoniamo come, nonostante le difficoltà, “questo territorio permette ancora al Paese di essere riconosciuto come eccellenza internazionale attrattiva e competitiva” ha concluso Alessandro Spada.

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