La protesta monta tra gli imprenditori, che si vedono soffocare le aziende, i rincari sono insostenibili. Molti si fermano, in troppi chiudono. “Se il governo fa una sanzione e non pensa al danno che fa a me non è un padre”, lo sfogo a Fuori dal Caro di Mario Fabiani, produttore di scarpe.
Interi settori sono in crisi, i pescherecci italiani stanno fermi in porto e sui nostri mercati arriva il pesce congelato dal Sud America. Mettere in acqua le barche è troppo costoso, troppo spesso si va in perdita e così si resta in porto, per limitare i danni. Gli imprenditori chiedono un congelamento non la sospensione delle cartelle esattoriali.
Il settore della falegnameria risente delle non importazioni di legno e tanti altri settori non ce la fanno più, nel settore della cosmesi c’è difficoltà a reperire le materie prime.
Gabriele Brontini, Ceo di un’azienda di produzione di scarpe. “Dobbiamo riflettere se queste sanzioni non facciano più male a noi che a loro”.
“Se è questo che vogliono, distruggerci, ci stanno riuscendo”, così Mario Fabiani descrive la situazione che vive quotidianamente, e come lui tanti, troppi, tantissimi imprenditori.
E le sanzioni aumentano. Le sanzioni fanno più male a noi che alla Russia. “Questo è un dato di fatto, non solo ci impediscono di comprare il gas dalla Russia”, spiega Vittorio Feltri. “se poi non possiamo neanche più esportare perché questi signori dell’Europa e gli italiani hanno deciso di imporre delle sanzioni assurdi. Non si capisce come mai dobbiamo mettere noi le sanzioni quando la Russia è in guerra, non con noi, ma con l’Ucraina. Poi, siccome noi siamo generosi, esportiamo le armi. Ma chi ce le paga? Quindi non guadagnano nulla neanche da quello”.
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