I dati di attività riferiti al periodo 2010-2020 parlano chiaro. “La cosiddetta “politica dell’appropriatezza” abbia, di fatto, mascherato un importante taglio delle prestazioni sanitarie erogate dal SSN pubblico: se così non fosse stato, infatti, ci si sarebbe aspettato un calo dei ricoveri ordinari a favore di un aumento delle attività di day hospital o day surgery e, a cascata, delle prestazioni ambulatoriali”, scrivono il sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED.
“Invece, tra il 2010 ed il 2019, si registrano
- oltre 1,36 milioni di ricoveri ordinari in meno (scendono a -2,13 milioni nel 2020) e
- più di 1,27 milioni di ricoveri di day hospital e day surgery in meno (che arrivano a -1,73 milioni nel 2020).
In controtendenza, marginale, solo i ricoveri ordinari nelle riabilitazioni (+12.848), negli IRCSS (+14,1%) e nelle case di cura non accreditate (+10,2%).
Preoccupa, inoltre, il risultato dell’analisi del calo di ricoveri per tipo di istituto: nel 2019 nelle Aziende ospedaliere è stato effettuato un milione di ricoveri ordinari in meno rispetto al 2010 (pari ad un calo del 66%) e oltre 400 mila ricoveri di day hospital e day surgery in meno (-68,5%). Rispetto a tutte le altre tipologie di istituti, si tratta di gran lunga della riduzione più significativa. Cifre che non possono che destare preoccupazione, poiché nelle Aziende ospedaliere i ricoveri sono generalmente complessi. Ma le Aziende devono far fronte sia a spese ingenti per farmaci e tecnologie che all’obbligo del pareggio di bilancio; tuttavia non sono supportate dall’adeguamento dei DRG, ovvero la remunerazione di ciascuna attività ospedaliera, e tanto potrebbe indurle a selezionare i ricoveri.
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