Commissione europea: nuovo codice della disinformazione

La commissione europea lancia un nuovo Codice di condotta sulla disinformazione (l’originario è del 2018), per il quale annuncia di aver già ottenuto la firma di 33 soggetti, tra i quali anche ‘big tech’ come Google, Facebook (Meta), Microsoft, o TikTok.

Tra gli impegni previsti nel codice rivisto, tra l’altro, il taglio a incentivi finanziari alla disinformazione, interventi per fermare comportamenti manipolativi come account falsi, ‘bot’ o la diffusione di disinformazione, maggior fact-checking e la creazione di un Centro e una task force per la supervisione e implementazione del codice.

Il nuovo programma sarà sostenuto dal Digital Services Act (DSA), con finalità deterrente per via delle pesanti sanzioni previste per le reiterate condotte delle piattaforme molto grandi in violazione del Codice nonché dell’obbligo di attuare misure di mitigazione del rischio, che possono arrivare fino al 6% del loro fatturato globale.

Tra i nuovi impegni assunti dai firmatari del nuovo Codice figurano:

  • l’ampliamento della partecipazione, per coinvolgere una varietà di attori diversi con un ruolo significativo nell’attenuazione del fenomeno della diffusione della disinformazione;
  • la riduzione e tendenzialmente l’azzeramento degli incentivi finanziari per la diffusione della disinformazione assicurando che i fornitori di disinformazione non traggano vantaggio dagli introiti pubblicitari;
  • l’inibizione dei nuovi comportamenti manipolativi come account falsi, bot o deep fake dannosi che diffondono disinformazione;
  • fornire agli utenti strumenti più efficaci per riconoscere, comprendere e segnalare la disinformazione;
  • ampliare il cosiddetto fact checking a tutti i paesi dell’UE e in tutte le lingue dell’UE, assicurando un’equa ricompensa ai verificatori;
  • garantire pubblicità politica trasparente consentendo agli utenti di riconoscere facilmente gli annunci politici, attraverso una migliore etichettatura (targeting) e informazioni su sponsor, spesa e periodo di visualizzazione;
  • sostenere più efficacemente i ricercatori, fornendo loro un migliore accesso ai dati delle piattaforme;
  • valutare l’impatto delle nuove regole attraverso un solido quadro di monitoraggio nonché una regolare attività di reporting dalle piattaforme sullo stato di attuazione dei nuovi ed ampliati impegni;
  • istituire un Centro per la trasparenza e una task force indipendenteper la valutazione dei livelli di attuazione del Codice al fine di mantenerlo attuale e idoneo allo scopo.

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