Gli introiti in nero non passano dai data base, così non si scovano gli evasori

Il nero, incassi e lavori, non passano dai data base. Resta tutto nel sommerso, per questo la crociata che il Fisco sta per lanciare contro gli italiani, porterà molto probabilmente risultati scarsissimi nella lotta all’evasione fiscale.

La fiducia delle persone nei confronti del governo è in caduta libera. L’inflazione aumenta, così come aumentano le tasse, gli stipendi, con le aziende ancora in affanno dopo il Covid, in troppi casi sono fermi.

In questa situazione di disastro imminente stanno per essere emessi gli atti riguardanti le pendenze con l’Agenzia delle Entrate del 2020 e del 2021, che sono stati bloccati per l’emergenza Covid. Una prima trance di 20 milioni di notifiche a cui entro fine anno ne seguiranno altre 30 milioni. Il problema non è la regolarità dei paganti, ma la quantità e il tempismo di questa iniziativa, che tende a perseguitare chi paga le tasse, quelli che lo stato vede, non chi resta nell’ombra in nero.

Oltre a questo lo Stato incrocerà i dati presenti nelle banche e in molti data base, per cercare eventuali evasori fiscali, con buona pace della privacy. Il rischio fiscale verrà verificato in forma anonima attraverso l’analisi di dati sensibili, ma poi si passerà subito alla fare di accertamento, questa volta, non in forma anonima. Chi vive in nero continuerà, molto probabilmente, a non avere problemi, perché semplicemente non appare nei data base.

Con questa operazione di fatto si dipingono gli italiani come un popolo di evasori, eppure lo Stato si regge proprio sulle tasse che pagano gli italiani. “19 milioni sono le persone che hanno ricevuto una cartella esattoriale, e non aver pagato una multa negli anni passati non significa esattamente evadere il fisco”, ha detto Giorgia Meloni. “Dipingere gli italiani come un popolo di evasori è inaccettabile, perché gli italiani onesti che lavorano e che pagano le tasse sono la stragrande maggioranza, e sono tantissimi quelli che rinunciano anche ad andare a mangiare una pizza pur di pagare le tasse“, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia. Secondo quest’ultima, dal direttore dell’Agenzia delle entrate dovrebbero arrivare “proposte per un fisco più equo e più sostenibile” e la denuncia dell’ “elusione delle multinazionali e delle tasse ridicole che pagano i colossi del web“.

L’operazione di recupero crediti da parte di Entrate e Riscossione sulle prime cartelle è partita. “Lo Stato esige la riscossione delle imposte bloccate per via del covid, elargendo notifiche di cartelle esattoriali a profusione per gli anni 2020, il 2021 e per quello in corso, molte delle quali non sono nemmeno accertate”, scrive Paragone nel suo sito di informazione. Secondo l’Agenzia delle Entrare è necessario oggi riprendere la strada della normalità, lasciando le notifiche degli atti nelle cassette postali dei contribuenti con debiti o irregolarità.

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