Trieste: gli hanno sparato addosso gli idranti e adesso sono indagati in 30

La protesta dei portuali di Trieste del 18 ottobre dello scorso anno ha fatto il giro del mondo. I portuali seduti sono stati attaccati con gli idranti dalle forze di polizia per disperdere la manifestazione. Le Forze di Polizia hanno, così, dicono sgomberato l’area antistante l’accesso allo scalo marittimo denominato “Varco IV” che era stato occupato da un nutrito numero di persone per quattro giorni consecutivi con la presenza in una circostanza di circa 8.000 manifestanti.

Le accuse per cui sono indagati i 30: resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, blocco stradale, getto pericoloso di cose all’indirizzo delle forze di polizia e per i reati di grida e manifestazioni sediziose e di adunata sediziosa, nonché di manifestazione non autorizzata.

Questo fatto è grave. Qui si sta parlando di diritto al dissenso. “Le forze di polizia sono intervenute perché numerosi di questi, decisi a non abbandonare il presidio, avevano opposto resistenza passiva sedendosi in terra o stando in piedi a mani alzate. Erano seguiti alcuni tafferugli e la polizia aveva fermato qualcuno dei presenti. Di fronte alla risolutezza dei portuali, che non avevano abbandonato l’area nemmeno dopo essere stati colpiti da diversi getti di idrante, i poliziotti avevano minacciato di far partire le cariche, cosa che poi è effettivamente avvenuta insieme al lancio di lacrimogeni. Sul posto era dovuta intervenire anche un’ambulanza.

A quel punto i manifestanti si erano dispersi per le strade nei dintorni del porto, per poi ricompattarsi in un corteo che aveva marciato verso il centro della città e si era fermato di fronte al Comune. La polizia aveva tentato anche in questo caso di disperderli e alcuni video mostrano come, nel tentativo, un lacrimogeno sia anche finito all’interno di una scuola media”, denuncia l’Indipendente.

“Nonostante il presidio, i portuali avevano dichiarato di voler garantire lo svolgimento delle normali attività al porto: i manifestanti avevano infatti permesso il passaggio di camion, merci e portuali che avevano deciso di non aderire alla protesta”.

Passati molti mesi adesso si cerca di attaccare i manifestanti per annientali, dopo i licenziamenti dei portuali arrivano adesso le denunce.

Pedro Morales commenta questi fatti a 100 giorni da leoni: “Questo tipo di posizioni dimostrano una grande debolezza da parte del governo. Questo non è il modo di trattare i propri cittadini, mi rivolgo alle forze dell’ordine perché sappiano tutelare i diritti degli italiani”.

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