Discriminare i non vaccinati sul posto di lavoro è mobbing, si rischiano cause civili e penali

Lo ha stabilito il tribunale di Busto Arsizio. La sezione Lavoro, con provvedimento n.832 del 21 marzo 2022 emanato in Camera di Consiglio (Presidente dott. Francesco Paganini, Giudice Relatore dott.ssa Elena Fumagalli), ha accolto il ricorso in via d’urgenza di due lavoratori non vaccinati che venivano isolati al lavoro, a loro non è stato più permesso l’accesso all’abituale sede di lavoro, già prima dell’entrata in vigore del green pass. Sono stati distaccati in una sede separata e sottoposti a provvedimenti disciplinari e pressioni per vaccinarsi.

Sono stati costretti ad accettare di essere isolati con minaccia di sanzione disciplinare. Il Tribunale ha definito questa scelta aziendale “illogica ed eccessiva”.

Dividere fisicamente i dipendenti vaccinati dai non vaccinati è una misura eccessiva e mai entrata in vigore in Italia, nonostante la prudenza della normativa emergenziale italiana.

L’azienda è stata, quindi, condannata alle spese di lite per oltre 4.000 euro e, sulla base del provvedimento giudiziario che accerta la condotta discriminatoria e illegittima, i ricorrenti potranno chiedere in separata sede sia il risarcimento danni in sede civile e sia un’eventuale condanna per il reato di mobbing in sede penale.

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