Le associazioni degli avvocati scrivono a Mattarella: dal 31 marzo via tutte le misure restrittive

Una serie di associazioni italiane di avvocati lanciano un  l’appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in quanto “garante dei diritti costituzionali ed inviolabili dei cittadini”. Tra queste ci sono Avvocati Liberi e Avvocati Ultima Linea. Chiedono la cessazione di qualsiasi misura restrittiva allo scadere dello stato di emergenza, fissato al 31 marzo 2022.

Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica,
On. Sergio Mattarella

PREMESSO CHE

In data 17 Marzo 2022 il Consiglio dei Ministri ha comunicato l’approvazione di un nuovo decreto legge che, secondo quanto dichiarato dallo stesso CDM, conterrebbe una serie di norme finalizzate all’uscita graduale dall’emergenza, ma che in realtà si concretano nella prosecuzione di misure restrittive, quali l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie aeree, o di possesso ed esibizione della certificazione verde COVID-19 , anche di tipo rafforzato, per l’accesso ad una serie di attività e servizi, e per l’esercizio di attività lavorativa, anche in seguito alla cessazione dello stato di emergenza.

Lo stato di emergenza sanitaria dichiarato il 31 gennaio 2020 sarebbe dovuto cessare, ope legis, alla data del 31 luglio 2021, essendo stato dichiarato per un iniziale periodo di mesi sei, e non essendo consentite proroghe superiori a dodici mesi.
Lo stato di emergenza sanitaria dichiarato ex art. 24 D.Lvo 1/18, che lo prevede in astratto per un periodo massimo di ventiquattro mesi, avrebbe dovuto cessare alla data del 31 gennaio 2022.
Lo stato di emergenza sanitaria, già prolungato dal Governo oltre il 31 gennaio 2022, sarebbe dovuto necessariamente terminare a tale data, essendo ormai venuti meno i presupposti che ne hanno motivato l’adozione e le proroghe.

Da quanto si è appreso da fonti aperte ed ufficiali, il Consiglio dei Ministri, esercitando ancora una volta il potere legislativo d’urgenza, intenderebbe prorogare misure di natura emergenziale e restrittiva delle libertà dei cittadini anche in assenza di esigenze o condizioni sanitarie straordinarie ed urgenti che avrebbero costituito il presupposto giuridico e normativo (comunque di dubbia costituzionalità e legittimità Unieuropea) su cui è stato basato l’intero sistema delle misure emergenziali adottate a far data del 31 gennaio 2020.

CONSIDERATO CHE

Il blocco totale del paese, le serrate, le chiusure, il “coprifuoco”, l’imposizione dell’uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie aeree, la divisione dei territori regionali in zone identificabili con colori diversi, l’utilizzo della Didattica Digitale a Distanza nelle scuole, le certificazioni verdi covid19, gli obblighi vaccinali per alcune categorie di cittadini, le privazioni sociali, lavorative, retributive, culturali, le quarantene, le limitazioni alla circolazione, al culto, alla manifestazione del
pensiero, al diritto di riunione, sono state tutte misure che hanno trovato una apparente giustificazione nella necessità data dalla dichiarazione dello stato di emergenza (di dubbia veridicità, scientificità e costituzionalità), in forza del quale il Presidente della Repubblica, con la sottoscrizione
dei provvedimenti, ha chiesto ai suoi concittadini di sopportare limitazioni di alcuni diritti inviolabili e libertà garantite dalla Costituzione, nell’ottica di un sacrificio comune teso al superamento dell’emergenza sanitaria.

Sempre a causa dello stato di emergenza il Presidente della Repubblica ha ritenuto non opportuno, in occasione della crisi del Governo Conte-bis, sciogliere le Camere e rimettersi alla volontà popolare attraverso l’espressione democratica del voto.

La democrazia è stata sospesa invocando l’emergenza sanitaria ed il Presidente della Repubblica ha nominato il Presidente del Consiglio nella persona di Mario Draghi, cui è stata conferita la “delega” espressa di risolvere le urgenze pandemiche e del PNRR, invitando l’intero Parlamento ad abdicare al patto elettorale e rimettersi alla volontà del Presidente del Consiglio onde permettere allo stesso di poter assolvere al mandato ricevuto.

Il Presidente della Repubblica, condividendo le ragioni di necessità legate all’emergenza sanitaria, ha promulgato ogni decreto legge emesso dal Governo dal 1 aprile 2021 sino ad oggi, dimostrando pubblicamente e per fatti concludenti di non aver mai avuto dubbi sulla incostituzionalità, sproporzione, inadeguatezza o inopportunità delle numerosissime misure
liberticide introdotte, per di più, in totale assenza di dibattito parlamentare, cui i decreti legge sono stati inviati per la conversione blindata dalla fiducia.

Nella situazione di emergenza sanitaria si è addirittura tollerato che ad alcuni parlamentari sani, sprovvisti di un certificato amministrativo ma comunque in possesso di un referto di negatività al contagio, venisse impedito l’ingresso in Parlamento per esprimere il proprio voto per l’elezione del Presidente della Repubblica, con ciò sacrificando anche l’ultimo respiro democratico del popolo nelle
sue rappresentanze.

VISTO CHE

Lo stato di emergenza nazionale dichiarato per la pandemia da covid19 verrà a cessare il 31 marzo 2022, e perciò, a fortiori, dal giorno 1 aprile 2022 alcuna misura restrittiva delle libertà naturali e costituzionali potrà più essere legittimata e tollerata, nemmeno formalmente o astrattamente.
È compito del Presidente della Repubblica essere fedele alla Costituzione, garantirne i valori e i principi, osservarne le forme e rispettarne i diritti fondamentali anche in relazione alle convenzioni Internazionali ed ai trattati UE.
Dinnanzi ad un atto normativo che limita, condiziona o addirittura priva le persone dei diritti costituzionali ed inviolabili dell’essere umano, in assenza di concrete e attuali condizioni di urgenza od emergenza sanitaria, il Presidente della Repubblica deve rifiutarne l’emanazione.
Tutto ciò premesso, visto e considerato, si rivolge

ESPRESSA RICHIESTA

Al Presidente della Repubblica On.le Sergio Mattarella di farsi garante dei diritti costituzionali ed inviolabili dei cittadini e, conseguentemente, di non sottoscrivere ulteriori atti aventi forza di legge che prevedano il mantenimento di misure restrittive dei diritti e delle libertà costituzionali della persona.

Con osservanza.

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