Scuola con tutti i professori presenti. “Sarebbe bello!”

“Numeri alla mano – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – siamo al 6 settembre, la scuola è iniziata in Alto Adige, presto in tutte le Regioni, ma non risulta a nessuno che le assegnazioni dei posti liberi nella scuola sia già terminata. Ci sono degli Uffici scolastici, invece, dove le operazioni risultano ancora in alto mare, anche per la pessima gestione delle Gps che ha prodotto anche quest’anno un’alta percentuale di errori, reclami e ricorsi, con la conseguenza che i direttori degli Usp non se la sentono di convocare il personale per assumerlo a tempo determinato: in alcune province le nomine hanno ripreso solo oggi. Ancora peggio è la situazione del personale Ata, che nemmeno sa ancora quando potrà essere chiamato per essere assunto. Purtroppo, la realtà è che delle 300mila supplenze annuali, considerando amministrativi, tecnici e ausiliari, la maggior parte deve ancora essere attuata. E che di almeno 100mila supplenti con oltre 24-36 mesi svolti, che nel resto dell’Ue sarebbero assunti in automatico, sono una minima parte è stata stabilizzata. Quanto ai concorsi salvifici, possiamo dire che sarebbe bello: purtroppo i tempi medi per la conclusione di un concorso ordinario vanno dai 2 ai 3 anni e nel frattempo vanno in pensione più docenti dei posti messi a bando”.

Non si parla più di precari, anche nella scuola, dove tutte le cattedre sarebbero state coperte. A sostenerlo è stato Patrizio Bianchi rispondendo allo stimolo arrivato dal Workshop Ambrosetti che propone alla politica di modificare la governance dell’Italia: “Avete notato – ha detto Bianchi – che sui giornali è scomparsa la parola precario? Negli anni scorsi si parla sempre della situazione in questo periodo. Il motivo? Perché abbiamo fatto i concorsi, nemmeno una sanatoria. Concorsi fatti dai governi precedenti e noi li abbiamo realizzati. L’impegno del premier Draghi di fare in modo che tutti gli insegnanti siano in cattedra il primo giorno di scuola si è realizzato”. Senza volere entrare in polemica con il ministro dell’Istruzione, Anief tiene a precisare che le procedure concorsuali svolte sono solo due ed ancora attendono di essere completate: sono il concorso straordinario e lo Stem, entrambi solo per la scuola secondaria, rispettivamente con 32mila e poco più di 6mila posti da assegnare. I concorsi ordinari, invece, non sono ancora stati avviati. Tanto è vero che le nomine in ruolo stentano ad andare oltre 58.600, a fronte di quasi 113mila immissioni in ruolo autorizzate dal Mef. E poi ci sono sempre oltre 200mila cattedre da coprire con supplenze annuali.

Al di là dei buoni propositi del ministro dell’Istruzione sul nuovo reclutamento tra docenti e Ata, la verità sulle immissioni in ruolo è che gli uffici scolastici sono ancora al lavoro soprattutto sul concorso STEM e comunque in generale per gestire le surroghe. La rivista Orizzonte Scuola, proprio oggi ha fatto il punto della situazione sulle procedure ancora da svolgere.

 

IN ATTESA DI 2 CONCORSI ORDINARI E UN NUOVO STEM

C’è da fare, innanzitutto, il concorso ordinario infanzia e primaria: bandito con  Decreto n. 498 del 21 aprile 2020 per 12.863 posti, le domande di partecipazione sono state presentate entro il 31 luglio 2020 ma le prove non sono mai state svolte. In conseguenza del DL Brunetta e DL Decreto Sostegni bis le modalità di prove saranno semplificate (niente preselettiva, solo una prova scritta, più prova orale, più valutazione titoli).

 

C’è poi da svolgere il concorso ordinario secondaria I e II grado, bandito con Decreto Ministeriale n. 201 del 20 aprile 2020. Le domande sono state presentate entro il 31 luglio 2020. Le commissioni stanno ultimando la procedura semplificata (solo prova scritta e orale) per le classi di concorso A20 Fisica, A26 Matematica, A27 Matematica e fisica, A28 matematica e Scienze, A41 Scienze e tecnologie informatiche.

 

SI ATTENDONO PROCEDURE STRAORDINARIE

In prospettiva, si dovrebbe organizzare anche il nuovo concorso STEM: si tratta sempre del concorso ordinario. Per le classi di concorso che nel mese di luglio/agosto hanno già svolto il concorso, ci sarà una nuova procedura (con nuove iscrizioni).

 

Come è attesissimo un nuovo concorso straordinario: previsto dal Decreto Sostegni bis per i posti che rimarranno vacanti dopo le immissioni in ruolo (fase ordinaria e straordinaria da GPS) per l’anno scolastico 2021/22. Quindi non si sa ancora per quali classi di concorso. Riservato a docenti con tre annualità di servizio negli ultimi cinque, prevede una prova disciplinare e per chi la supera un percorso con prova finale e assunzione a tempo indeterminato dal 2022/23. Il concorso dovrà essere avviato entro il 31 dicembre 2021.

 

Il Ministro Bianchi ha parlato di 60.000 posti per i concorsi: considerato che il concorso infanzia e primaria è stato bandito per 12.863 posti e quello della secondaria per 33.000 (da scorporare i 6.900 posti già assegnati per STEM, da ricalcolare) il resto potrebbe essere attribuito con il nuovo concorso straordinario.

 

E I CORSI ABILITANTI?

Sullo sfondo, inoltre, c’è anche la procedura straordinaria per l’abilitazione: bandita con Decreto Dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020, la selezione era stata avviata oltre un anno fa, con le domande presentate entro il 15 luglio 2020, le prove mai svolte finora. La modalità della procedura straordinaria per l’abilitazione nella scuola secondaria di I e II grado consiste in una prova scritta computer based  composta da 60 quesiti a risposta multipla della durata di 60 minuti (fermi restando eventuali tempi aggiuntivi per candidati di cui all’art. 20 della legge 104/92).

 

RIAPRIRE I BANDI

A questo proposito, rimane un mistero capire per quale motivo non siano state previste nuove iscrizioni per accedere ai concorsi già banditi? Tranne per le classi di concorso che attengono alla procedura STEM già bandita in estate (A020, A026, A027, A028, A041), in nessuno caso l’amministrazione sembra volere dare seguito a questa richiesta. Eppure, le regole sono cambiate e anche i posti a bando. La logica dice che cambiando le modalità, debba essere data la possibilità a tutti di partecipare. Anief su questo è convinta e pronta a portare la questione in tribunale.

 

 

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